16-02-2021 ore 15:25 | Rubriche - Crema
di Gloria Giavaldi

Due ruote solidali, l'iniziativa del Rotary per l'Ergoterapeutica: 'donate biciclette e felicità'

“Distribuire felicità”. Secondo l'educatrice Simona De Ponti e l'assessore al welfare Michele Gennuso, è questa la finalità di Due ruote solidali, il service ideato dal Rotaract terre cremasche, cui hanno aderito anche Rotary Crema e Rotary cremasco san Marco, per sostenere le attività di lavoro inclusivo dell'Ergoterapeutica. Il presidente del club Adalberto Bellandi chiarisce subito il funzionamento dell'iniziativa, presentata nei giorni scorsi durante un breve incontro 'smart': “i cremaschi possono donare biciclette vecchie ed inutilizzate all'Ergoterapeutica, i ragazzi con disabilità le ripareranno con dedizione ed esperienza. Poi il Rotary le acquisterà e le donerà a persone in stato di necessità individuate attraverso un raccordo con il servizio sociale comunale e in collaborazione con le reti di prossimità presenti sul territorio”. Si accettano biciclette di ogni genere e misura. É possibile anche il ritiro al domicilio. Per aderire all'iniziativa chiamare il numero 0373201254.

 

Inclusione lavorativa
L'obiettivo primario è sostenere l'Ergoterapeutica. Nata nel 1984 a Crema, per precisa volontà dell’associazione discinetici e di famiglie di persone con disabilità, concepisce “il lavoro come strumento di promozione umana e sociale”. Dapprima impegnata in attività di floricoltura, oggi, la realtà situata in via Silvio Pellico ospita una ciclofficina attrezzata di tutto punto, “ma svolgiamo anche attività di assemblaggio materiale meccanico e confezionamento per aziende del territorio”. Ad oggi sono impegnati 14 ragazzi: “5 nostri dipendenti, i restanti svolgono terapia occupazionale”. Tutti ogni giorno danno il massimo: “il lavoro li impegna, li rende orgogliosi e soddisfatti, oltre che essere un'importante occasione di socialità” spiega De Ponti. L'attività è coordinata da due educatori e tanti volontari, “vere risorse, motivano i ragazzi a fare sempre meglio”.

 

Essere utili

Ora tutti stanno aspettando biciclette da riparare. “Hanno accolto questo progetto con molto entusiasmo. Perché si sentono protagonisti, avvertono che il loro lavoro può aiutare persone in difficoltà. Possono e vogliono aiutare. Vogliono essere utili”. La felicità, dopo un periodo davvero complesso, passa anche da lì. “Durante il primo lockdown siamo rimasti chiusi per tre mesi. Abbiamo sempre mantenuto contatto con i ragazzi, ma è stato complesso: la distanza si avvertiva. Ora siamo tornati, la nostra attività è un punto di riferimento nella quotidianità di persone con disabilità. Desideriamo continuare ad esserci. A stare loro accanto. Donate biciclette: non farete altro che strappare a ciascuno di noi un sorriso”.

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