16-02-2014 ore 12:08 | Rubriche - Fuori dal coro
di Antonio Margheriti

Giornata del ricordo. Qual è la verità sulle foibe? Si studiano ancora le guerre del Peloponneso e si crede di avere in tasca le verità dell’altro ieri. Lettera aperta di Angelo Valvassori

 

La celebrazione della Giornata del ricordo delle foibe non smette di far discutere. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Angelo Valvassori: “Riguardo alle tristezze pubblicate dal suo giornale in merito alla celebrazione delle Foibe a Crema a firma di tal  Simone Beretta che si definisce, rimanendo serio, capogruppo di Forza Italia, le chiedo ospitalità per solo due righe che credo evidenzino il livello di moralità e miseria culturale del nostro poeta”.

 

Verità incerte

“Chi, se non un politicante prevenuto e approssimativo può scrivere, in relazione alle Foibe come a qualsiasi altro evento storico vicino o lontano : “… riconoscimento di una verità storica che non merita interpretazioni…”?  Amore e studio della storia insegnano solo una cosa: che la ‘verità storica’ non è mai abbastanza certa, compresa e definitiva. Che la ricerca deve essere continua e sempre più precisa, discussa e critica”.  

 

Come Atene e Sparta

“E’ aperto, per fare un esempio che stupirà certamente un livido e ignaro sig. Beretta, tra i massimi studiosi di storia antica un garbato quanto documentato dibattito per scoprire le complessive ragioni e le profonde cause, e dunque il vero responsabile, dello scatenamento della guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta nel 431 a.c”.

 

Le verità date per scontate

“Sarà importante un tale rovello su una storia di 2500 anni fa? Per Beretta no di certo, siamo sicuri. Per me sì. A me interessa che non venga mai meno la volontà di ricerca della verità e la coltivazione seria e appassionata di uno spirito critico che allontani il rischio di una cieca fede nelle verità date per scontate, indiscutibili e digerite magari ad uso strumentale di qualsiasi ‘ideologia”.

 

Tutta colpa dei comunisti

“Infatti cosa scopriamo leggendo le malevoli e viziate circonvoluzioni intorcinate su se stesse (il buono e il cattivo, il bianco e il nero…) di tal Beretta? Che il nostro scrittore di spirito critico proprio non vuol sentir parlare, avendo già da solo deciso e sentenziato, e c’è da credere senza il minimo dubbio e alcuna possibilità di esitazione critica, che la “colpa”, dalle Foibe alla visione manichea della storia e della sua erronea interpretazione, è tutta dei comunisti”.  

 

Balle sesquipedali

“E’ qui evidente che la sua asserita volontà di “raccogliere il testimone del ricordo, portarlo con rispetto e trasmetterlo ai giovani” è solo una ridicola, strumentale protervia ideologica tenacemente anticomunista. Sembra di sentir parlare, mi consenta direttore, il pregiudicato di Arcore. Alla faccia della sua rivelatoria e discutibile (perché tutto è discutibile per noi mortali) affermazione: “noi non siamo mai stati ideologici”. Una balla sesquipedale, al punto che per sostenerla scricchiola persino l’italiano”.

 

Ma era davvero lui?

“Mi auguro che il Beretta in questione sia solo un’infelice omonimia del Beretta consigliere comunale di Crema. Che, con tali arenati e monocoli filosofi della storia alla sua guida, Crema ha poco da stare allegra”. Per interventi e repliche, scrivere a [email protected]

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