Il Civico Istituto Musicale “Luigi Folcioni” di Crema è un'istituzione per la città: generazioni di ragazzi e adulti hanno imparato a suonare uno strumento e a conoscere ed amare la musica in questa scuola così apprezzata dai cremaschi e non solo da loro. Abbiamo incontrato il professor Gabriele Duranti, insegnante del corso di pianoforte classico, per conoscere lui e lo strumento che insegna.
Qual è stato il tuo percorso di studio e come sei arrivato ad insegnare al Folcioni di Crema?
“Io ho avuto un percorso di studi tradizionale. A circa 6 anni ho iniziato a suonare nella banda di Soncino, il mio paese. Poi ho conosciuto il maestro Enrico Tansini, che dopo poco tempo mi ha trasferito qui all'Istituto Folcioni, dove ho mosso i miei primi passi. Ci sono rimasto per parecchi anni, almeno dieci, dopodiché sono entrato in conservatorio a Milano e ho conseguito la laurea di primo livello, seguita da quella di secondo livello, studiando con Cristina Frosini all'inizio e Marco Rapattoni. Attualmente mi sto perfezionando all'Accademia di Pinerolo con il maestro Gabriele Carcano”.
Da allievo a insegnante
Il professore, classe 2000, omette di essersi laureato con 110 e lode e menzione, preferisce elogiare le capacità dei suoi talentuosi allievi, ma gli si deve riconoscere questo traguardo eccellente. Insegna al Folcioni a partire da questo anno accademico: “Ho iniziato qui a studiare e sono contento di aver chiuso il cerchio, tornando qui in veste di insegnante, anche se sono sempre stato molto legato a questa struttura e presente con diversi concerti”. Il giovane è seduto davanti al pianoforte a coda, che fa bella mostra di sé in Sala Bottesini: è garbato e sereno, ma allo stesso tempo si avvertono la determinazione e la passione che albergano nelle sue parole.
Il pianoforte classico
“Questo strumento all'inizio può spaventare, perché viene associato ad una grande disciplina, a un repertorio antico, un po' come il latino, ma non è così: la musica è molto viva. Spesso insegno brani moderni e contemporanei, anche se sono molto felice quando incontro allievi con la passione per il repertorio classico e non è raro trovarne”. Il giovane docente spiega che il percorso tradizionale di pianoforte classico si esprime al meglio negli studi al conservatorio, che dopo la riforma equivale ad un percorso universitario. Il Folcioni ha la forza e la caratteristiche giuste per preparare lo studente a poterlo frequentare con profitto.
Che cosa si impara?
“Si implementa la tecnica pianistica, anche attraverso esercizi specifici a livello motorio e muscolare, principalmente di braccia e mani, con l'obiettivo di collegarla al pensiero musicale per arrivare ad esprimere la propria idea musicale con un gesto”. Il prof. Duranti è diretto, deciso e non esita a dire che questo richiede impegno e disciplina: si studiano numerosi brani divisi per epoche barocca, classica, romantica, moderna e contemporanea. “Imparando questa disciplina, alleniamo una serie di abilità, che sono trasversali e trasferibili in altri ambiti della vita: la concentrazione, il metodo, la capacità di organizzare il proprio tempo, perché è necessario suonare ogni giorno".
Perché studiare il piano?
“Io ho iniziato a suonare per caso: avevamo un pianoforte a casa e sono l'unico di noi quattro fratelli che ci ha provato. Ai ragazzi consiglio di buttarsi: l'Istituto offre anche la lezione di prova, non c'è nulla da perdere e la scintilla che può accendere il fuoco è diversa per ogni persona. La musica fa parte di noi e ci accompagna nella vita di tutti i giorni, ha un metabolismo lento, non ci sono scorciatoie, ti fa fare i conti con te stesso”. Chiediamo al professore di suonare per noi, proprio nella sala in cui si è esibito per la prima volta a undici anni. Da qui ha spiccato il volo: concerti in tutta Italia, nella città di Nanning in Cina e all'Expò di Dubai con l'Orchestra nazionale dei conservatori italiani. Staremmo ad ascoltarlo per ore, ma è già arrivato uno dei suoi allievi più promettenti, Nathan, 12 anni: si siedono al piano e suonano a quattro mani divinamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo".