15-01-2024 ore 20:30 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Vivere ancora. A braccia larghe, costruendo una grande famiglia alla ricerca del proprio futuro

“Quando arriva una persona nuova la prima cosa che faccio è guardare la sua pelle”. Per Valery è quello che c’è di più profondo nell’essere umano. E non è un caso che si chiami proprio Paul, chi ci spiega che vuol vedere se ha delle infezioni. “Poi gli cambio subito i vestiti”. E da qual momento, letteralmente, veste una nuova vita. Gente arrivata nel cremasco da chissà dove: Ghana, Nigeria, Burkina Faso, Camerun. Dopo aver affrontato viaggi infiniti e lasciato dietro di sé casa e affetti, mossa dalla rabbia di essere esclusa e alimentata dal furore di un sogno. In questa nuova tappa del progetto Vivere ancora, presentiamo storie di crescita e determinazione, che passano attraverso il centro di prima accoglienza di Salvirola e la Casa Gisella di Romanengo. “Il numero delle domande è altissimo. In Italia e in Lombardia”.

 

Pacifica convivenza

Persone alla ricerca di un futuro, tradizionalmente senza voce. Esclusi dalla narrazione, che gli preferisce sgrammaticati arzigogoli sui propri privilegi, che non trova mai l'ardire di guardare quella realtà che sta sopra il proprio ombelico. Al contrario l’azione di Tiziana Bianchessi, presidente dell’associazione, ruota attorno ad un quesito: “Come si fa a dare un’accoglienza vera, concreta, a formarli e ad accompagnarli ad entrare in un piccolo paese come Salvirola? Qui c’è una convivenza pacifica”. In paese e nel circondario ci sono attività sportive che consentono di agevolare i contatti. Salvirola è zona agricola, al confine tra il cremasco e il castelleonese, il soresinese: terra di lavoratori. Gente di campagna, che conosce la natura, vive seguendone i ritmi.

 

Alla ricerca del futuro

Gente che sa leggere nel profondo. Che capisce la sofferenza. Perché vi sia integrazione sono fondamentali l’apprendimento della lingua italiana e la ricerca di un lavoro. Per guadagnare rispetto, non solo denaro. Per contribuire al benessere proprio, della comunità in cui si è stati accolti. Per aiutare le proprie famiglie e costruirsi una nuova vita. Tutte storie di dignità e coraggio. Storie che fanno parte del nostro territorio. E contribuiscono a renderlo migliore. Purché ciascuno tenga a mente un insegnamento del Tao te Ching: “a journey of a thousand miles begins with one step”. Proprio così: “Anche un viaggio di mille miglia inizia con un solo passo”.