15-01-2021 ore 11:26 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

Cure territoriali. La sfida del Covid: 'ascolto attivo e valorizzazione dei contesti di vita'

La pandemia ha imposto modi diversi di stare accanto, ma non ha fatto venir meno il desiderio di prendersi cura delle persone abbracciando le fragilità. Lo ha dimostrato il Servizio di cure territoriali dell'Asst di Crema, abituato a vivere contesti difficili per scovare risorse, forza. O meglio resilienza. “L’assistente sociale si pone accanto ai cittadini per favorire, all’interno della condizione di vulnerabilità, il passaggio da una situazione di difficoltà ad una posizione di resilienza: adattamento allo stress prolungato, fruizione di risorse, gestione di situazioni di malattia e isolamento dei cittadini interessati o dei propri familiari”. L'obiettivo è “favorire il senso di appartenenza ad una comunità attiva”. Nel pieno dell'emergenza pandemica, gli assistenti sociali si sono rivelati “produttori di salute”. Svolgono un lavoro tanto importante, quanto silenzioso: creano legami, fanno rete, scovano opportunità. Ricostruiscono il presente per donare un futuro. “Lavorano con soggetti deboli allo scopo di incrementare le opportunità di accesso ai servizi. Di accrescere l'autodeterminazione di queste persone”. Cuciono relazioni tra professionisti, tra utenti e professionisti per concretizzare un progetto di vita.“Il servizio di cure territoriali dell’Asst di Crema, luogo di sintesi di competenze, di connessione di risorse e relazioni, accanto agli interventi sanitari, ha messo in campo durante l’emergenza Covid, un’equipe sociale con l’obiettivo di orientare le persone nella situazione di crisi, di ridurre l’isolamento sociale e stimolare la capacità di far fronte in maniera positiva a questo evento traumatico”.

 

Ai tempi del Covid

Si è creata una buona integrazione con il lavoro sanitario propriamente detto con l'intento di “favorire la continuità di relazione tra ospedale e territorio”. “Si è instaurata una buona collaborazione con medici, infermieri, psicologi dell'emergenza, fisioterapisti. Centinaia sono stati i contatti diretti ed indiretti attuati, sulla base di svariate esigenze e con tempi di attivazione brevissimi”. Le tre assistenti sociali messe a disposizione dell'Asst di Crema nel corso della prima ondata hanno svolto attività diverse volte a soddisfare il singolo bisogno sociale determinato dalla situazione emergenziale o a monitorare una situazione preesistente. “Nel primo caso sono pervenute nel corso della prima ondata 62 segnalazioni, per un totale di 253 prestazioni emesse (dal sostegno psicologico, all'attivazione di vari servizi, passando per la protezione giuridica o la ricerca di informazioni su familiari ricoverati), nel secondo sono stati monitorati i 34 soggetti adulti fruitori di misura B1 per un totale di 45 prestazioni ed i 25 soggetti che hanno presentato istanza di accesso alle Rsa nel periodo dell’emergenza per un totale di 51 prestazioni”. “Abbiamo cercato di ascoltare le preoccupazioni delle persone. L'ascolto ci ha fatto capire il carattere di urgenza di queste richieste. Abbiamo cercato di esserci, di dare sostegno, di risolvere preoccupazioni, anche quando non era compito nostro”. Sono stati d'aiuto, tra gli altri “ad anziani in difficoltà per lo svolgimento dei tamponi, a persone con disabilità con genitori malati di Covid e ad ogni altra fragilità”. Per loro “il Covid ha creato uno scenario inedito, con situazioni complesse da gestire dal punto di vista emotivo. Il virus ha spiazzato tutti”.Ma il futuro è ancora da scrivere. Giorno dopo giorno.

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