14-12-2021 ore 16:34 | Rubriche - Crema
di Sara Valle

Anffas Crema, Io abito apre le porte e chiude la festa per i cinquant'anni di fondazione

La residenza di Anffas Crema per la vita indipendente di persone con disabilità ha finalmente aperto le porte. Dopo l’anteprima riservata alla stampa avvenuta la scorsa settimana, si è tenuta sabato 11 dicembre l’inaugurazione ufficiale. Presenti i vertici dell’associazione, alcune autorità, soci, famiglie, sostenitori, imprese. “Nel rispetto delle normative anti Covid – spiega la presidente di Anffas Crema aps Daniela Martinenghi – abbiamo accolto le persone a piccoli gruppi. È stato bello poter condividere con tutti loro il nostro sogno realizzato”. Oggi la casa, realizzata con il contributo di Fondazione Cariplo, è abitata stabilmente da una persona, ma sono già avviati alcuni progetti di parziale domiciliarietà, unitamente a percorsi di palestra di vita il più possibile autonoma. In futuro potrà ospitare fino a cinque persone con disabilità plurime. E’ sempre prevista la presenza di un’assistente familiare. “Il nostro intento è quello aiutare queste persone a condurre una vita il più possibile autonoma, ascoltando prima di tutto i loro bisogni ed i loro desideri”.

 

La casa

I progetti di vita indipendente, coordinati dalla pedagogista Barbara Bergamaschi, “sono individualizzati. Mirano a valorizzare le peculiarità di ciascuno”. L’abitazione si compone di quattro camere, doppi servizi accessibili ed un ambiente unico adibito a cucina e soggiorno. L’aria natalizia già regna. L’atmosfera è accogliente. “Terminata l’emergenza sanitaria, gli abitanti della casa aspettano quanti vogliano incontrarli per un buon caffè in compagnia”. La casa dà attuazione al diritto alla vita indipendente statuito dall’articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e fornisce una soluzione alla delicata tematica del Dopo di noi, disciplinata dalla legge 112/2016.

 

Contesto accogliente

E’ un passo ulteriore “per costruire un contesto favorevole a tutti”. Definita come una situazione di svantaggio in un contesto sfavorevole, per Daniela Martinenghi “la disabilità riguarda tutti. Ed il nostro impegno per i prossimi 50 anni sarà quello di provare a costruire un contesto sempre più accogliente. Sempre più inclusivo, affinché tutte le persone possano sentirsi a casa”. Ora il momento della festa è finito. “Voglio ringraziare quanti hanno voluto festeggiare con noi. Abbiamo avvertito calore, vicinanza e condivisione dopo un periodo così complicato”. Da PolentAnffas, al convegno, fino all’inaugurazione di Io abito, “abbiamo incontrato tante persone, abbiamo sentito un territorio vicino: del resto l’inclusione si fa insieme”.

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