14-06-2019 ore 18:32 | Rubriche - Medicina e salute
di Andrea Galvani

Un workshop internazionale al Maggiore di Crema: 'Embolization and Thrombectomy'

“La radiologia interventistica è quella branca super specialistica della radiodiagnostica che si occupa della gestione “mini-invasiva” di problematiche cliniche. Consente il trattamento di patologie in elezione e in urgenza grazie a mini-strumenti come piccoli cateteri, fili guida, stent e spirali visualizzati su monitor radiologici evitando manovre chirurgiche demolitive, soprattutto nelle emergenze emorragiche. A volte, rappresenta l’unica alternativa di cura”.

 

Nella sala angiografica

In questo campo, l'ospedale Maggiore di Crema è centro di riferimento specialistico qualificato 24 ore su 24. Recentemente, nella sala angiografica si è tenuta la seconda edizione del Peripheral workshop: Embolization and Thrombectomy, organizzato dal dottor Angelo Spinazzola, responsabile dell'unità operativa di Radiologia Interventistica, insieme al team formato da Giovanni Leati e Riccardo Foà, ed in stretta collaborazione con i colleghi della Chirurgia vascolare diretta dal dottore Aldo Arzini e Luca Boccalon e coi colleghi di Urologia Sandro Baresi e lo specialista Giuseppe Salinitri. Un appuntamento molto importante al quale hanno partecipato radiologi interventisti e chirurghi vascolari provenienti da diverse regioni italiane e dall’estero.

 

I temi trattati

Nei due giorni di formazione sono stati approfonditi l'utilizzo di materiali embolizzanti, in particolare di spirali a rilascio controllato nella patologia aneurismatica e nelle urgenze vascolari. Con questa tecnica è possibile escludere aneurismi arteriosi a rischio di rottura, oppure bloccare il sanguinamento in urgenza in pazienti con emorragia in corso post trauma. La tromboaspirazione è una nuova frontiera nel trattamento dell’ischemia acuta degli arti inferiori e cerebrovascolare. Quando si formano dei trombi nelle arterie periferiche si crea un blocco della circolazione ai tessuti. Gli arti inferiori non vengono più nutriti e si corre il rischio di amputazione o perdita della funzionalità dell'arto. Con questo sistema si va a “catturare” il trombo che ha causato l’ostruzione ricostituendo un'irrorazione efficace; la stessa procedura viene eseguita nei pazienti con ictus ischemico.

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