14-03-2023 ore 20:19 | Rubriche - Medicina e salute
di Rebecca Ronchi

La cura della fragilità e il nuovo centro di salute mentale di Crema. Intervista a Ida Ramponi

“La cura della fragilità? Il valore che anima il nostro lavoro ogni giorno” La fragilità non è (solo) una patologia da curare, ma una dimensione da abbracciare e della quale prendersi cura nella totalità. Una parte indispensabile del nostro essere umani, una condizione diffusa nei contesti che quotidianamente ci troviamo a vivere. “Una realtà, che le aziende socio sanitarie territoriali si sono sempre trovate ad accogliere”. Prima, durante e dopo il Covid. Come racconta il direttore generale dell’Asst di Crema, Ida Ramponi: “la pandemia non ha scalfito i nostri valori di cura. Il nostro impegno resta fermo ogni giorno. Cambiano le modalità, perché cambiano le esigenze delle persone. Non possiamo restare fermi”.

 

Medicina territoriale

“Il contesto ci sta chiedendo qualcosa di diverso. Le aziende devono lavorare con il territorio: medici di medicina generale, case e ospedali di comunità, enti privati accreditati, servizi sociali comunali, associazioni. Perché la fragilità è un valore del quale prendersi cura. Tutte le anime del territorio devono parlarsi per creare un futuro migliore”. Il domani passa anche da strutture innovative. In fase di realizzazione, la Casa di comunità in via Gramsci ha visto un primo avvio nei mesi scorsi, con la ricollocazione di servizi esistenti. “Stiamo procedendo nel dialogo e nel confronto con i vari interlocutori sul territorio. Abbiamo ben chiaro che la casa della comunità non potrà essere solo un luogo deputato a sgravare l’ospedale di accessi impropri, ma un posto in grado di erogare servizi e prestazioni diverse, capaci di rispondere alle nascenti esigenze del territorio”. Una casa anche per le associazioni “con le quali dopo lo stop imposto dal Covid, abbiamo di recente ripreso un dialogo in presenza. Le immaginiamo parte attiva di questo percorso, ospitate per le loro attività proprio negli spazi di via Gramsci”.

 

Nuovo centro di salute mentale

Una trasformazione necessaria, per rendere l’ente più vicino, ma che “a Crema è in atto da tempo”. “Questa è un’azienda con forte vocazione territoriale, questo è l’ospedale della città di Crema e del Cremasco. E anche il presidio di Rivolta, dalla forte impronta riabilitativa, evidenzia il valore della territorialità”. Coerentemente alla riforma regionale, il tentativo è quello di rendere possibile una “presa in carico domiciliare, riportando l’Adi (assistenza domiciliare integrata) all’interno dell’azienda, almeno per i casi più gravi, con una forte sinergia con le cure palliative”. Affinché la casa diventi primo luogo di cura. Medesima attenzione viene resa agli edifici ospedalieri. Finanziato lo scorso dicembre, prenderà corpo “in tempi rapidi” il nuovo progetto per la costruzione nel perimetro ospedaliero del nuovo centro di salute mentale. Ha un valore complessivo di quattro milioni ed 850 mila euro. Ospiterà il centro psicosociale, il centro diurno e la comunità riabilitativa ad alta assistenza. Sarà oggetto di ristrutturazione anche lo stabile di via Teresine e Medaglie d’oro, che ospiterà il servizio dipendenze e la neuropsichiatria infantile. “Per consegnare agli utenti e agli operatori un luogo bello e dignitoso. Perché credo che la cura passi anche da lì”.

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