14-01-2018 ore 18:18 | Rubriche - Musica
di Andrea Galvani

Nomadi. Terra di nessuno, dal Creberg di Bergamo riparte l'eterna e poetica avventura

Un concerto dei Nomadi è di per sé un’esperienza unica. Non c’è alcuna separazione tra i musicisti sul palco e il pubblico in platea. È un tutt’uno. Ciascuno condivide un modo di essere, di esistere: pacifico e poetico, accogliente, avventuroso e giusto. Così è stato anche al Creberg di Bergamo, che venerdì 12 gennaio ha ospitato il concerto di debutto del nuovo tour, prodotto e organizzato da Imarts, International music and arts. La data zero, una sorta di prova generale, è andata in scena la sera prima, davanti alle cinquecento persone del Pala Ellero di Roccaforte Mondovì.

 

Grande gruppo

Sul palco, oltre all’inossidabile Beppe Carletti, alle tastiere dal 1963, Cico Falzone alla chitarra, Daniele Campani alla batteria, Massimo Vecchi al basso, Sergio Reggioli al violino e Yuri Cilloni, dal marzo scorso la ‘nuova’ voce dei Nomadi. Oltre ai brani storici, entrati nella storia e nel costume italiano, la band emiliana ha presentato i pezzi dell’ultima avventura musicale - Nomadi dentro - a tre anni di distanza da Lascia il segno, l’album di inediti con Cristiano Turato alla voce.

 

Terra di nessuno

Al nuovo disco hanno collaborato anche Francesco Guccini in Nomadi, descrivendo la contemporaneità e Alberto Salerno (autore di Io, vagabando) in Terra di Nessuno. Spicca Europa: dopo il fallimento del sogno americano, la Storia sembra sul punto di mietere un’altra vittima. Il vecchio continente sta trasformando in utopia il progetto di una terra pacifica, libera e accogliente. Su tutto dominano multinazionali e finanza. Eppure non è ancora stata scritta l’ultima parola. Almeno finché il testimone dei Nomadi verrà passato di generazione in generazione. Prossima uscita dal vivo martedì 16 gennaio al Politeama di Genova.

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