13-09-2022 ore 15:15 | Rubriche - Costume e società
di Sara Valle

Photovoice per esprimere emozioni: la mostra di Anffas Crema è 'un messaggio nel silenzio'

Sedici fotografie per raccontare sedici temi ed esprimere tantissime emozioni. È il risultato del progetto Photovoice, proposto da Anffas Crema ai ragazzi che frequentano il Servizio diurno alternativo ed il Centro socio educativo di santo Stefano. Verrà messo in mostra nel cortile della sede di via Battisti il prossimo 24 settembre dalle ore 17 alle ore 20. Ingresso libero. Contestualmente sarà organizzato un aperitivo servito dai ragazzi con disabilità. “Sono stati coinvolti una decina di giovani” spiega l'educatrice e promotrice del progetto Elisa Maglio. “Ho conosciuto questa metodologia in università ed ho proposto di applicarla all'interno del nostro servizio”. Con l'aiuto delle colleghe Miriam Trovati e Alice Guanzini ed il coordinamento di Serena Pedrinazzi “ho chiesto ai ragazzi di pensare ad un'emozione o ad un tema sociale per poi cercare di esprimerlo insieme al gruppo attraverso un’immagine”. L'intento, raggiunto, è stato quello di “valorizzare il vissuto individuale ed il pensiero di ciascuno in modo che ognuno di loro si sentisse accolto. Poi, con i materiali che avevamo a disposizione, abbiamo creato 16 fotografie (l’ultima risale a gennaio) rappresentative dei vari temi”.

 

Un messaggio per cambiare

Ramona apprezza di più “la fotografia che racconta la felicità”, Chiara “quella del leone che ruggisce”, ma c'è spazio anche per immagini che raccontano “la guerra o il tema dei maltrattamenti o dell'ingiustizia”. “Ogni immagine è frutto di un pensiero condiviso ed è corredata dalla spiegazione scritta in gruppo e dal pensiero di un singolo, frutto di un lavoro interiore”.La finalità del progetto è riassunta nel titolo della mostra Un messaggio nel silenzio: “Attraverso questa iniziativa – spiega ancora Maglio – abbiamo voluto lanciare un messaggio, come accade spesso nei progetti di photovoice. Questa metodologia coinvolge direttamente le sensazioni dei soggetti partecipanti. É una tecnica spesso usata per promuovere attivazione, creatività e collaborazione tra i componenti del gruppo, nonché per generare empowerment in ciascuno di loro”. Usata anche nei gruppi di sostegno “per alcuni dei nostri ragazzi ha rappresentato la prima occasione per far conoscere, anche se in modo anonimo, il loro punto di vista rispetto ad alcuni temi portanti del vivere quotidiano”. I pensieri di ciascuno hanno dato forma alle immagini “lontano da ogni giudizio, perché lo abbiamo chiarito in apertura, nessuna idea è da ritenersi sbagliata. La possibilità di vedere il mondo con occhi diversi ci rende ricchi”.

 

Porte aperte alla città

Il presidente di Fondazione Alba Paolo Marchesi ha evidenziato “la natura innovativa delle proposte offerte da questo servizio, da qualche tempo ospitato in questa sede della Fondazione san Pantaleone. Parte dall'idea di valorizzare le risorse che ciascuno può offrire lavorando in modo nuovo sui prerequisiti lavorativi o favorendo un inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Questa mostra è l'occasione per spalancare le porte di questo spazio alla città e vivere insieme un'opportunità di inclusione attiva Aspettiamo tanti cremaschi per un bel pomeriggio insieme all’insegna dell’inclusione e della condivisione”.

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