12-11-2021 ore 10:15 | Rubriche - Cremona
di Claudia Cerioli

Cremona: attraverso la toponomastica viene ricostruita la storia del territorio provinciale

Dai nomi di luoghi, cascine, appezzamenti alla ricostruzione storica del territorio: la toponomastica sotto i riflettori. Questo il tema affrontato nel corso della partecipata lezione di Valerio Ferrari, con la relazione ‘Il paesaggio storico della provincia di Cremona rivelato dal nome dei luoghi”, presso la sede dell’Adafa, in occasione del ciclo di incontri promossi in collaborazione con la provincia di Cremona. Dopo l’introduzione di Fulvio Stumpo, che ha evidenziato come alcuni  segni del paesaggio, tra cui il posizionamento di filari, fossi e canali, strade campestri, cadenzato a distanze regolari sulla base della centuriazione romana, pongano in luce come la storia abbia lasciato un segno fisico nei luoghi e nei nomi delle nostre località.

 

Fornace e Moso

Valerio Ferrari ha spiegato l’essenza della toponomastica, branca dell’onomastica. Fengo, Farisegno, Farfengo, per tanti possono apparire semplici nomi, in realtà sono frammenti del passato, che ci parlano di popoli, abitudini dalle origini ad oggi. Dai topoi, luoghi, alla genesi del passato romano imperiale il viaggio virtuale è stato interessantissimo. Oltre alla toponomastica, entrano in gioco anche le caratterizzazioni di un sito sotto l'aspetto ambientale e naturalistico da cui è derivato il nome, in un intreccio tra litologia, geomorfologia, idrografia, vegetazione, flora, fauna. Per esempio una località a nome ‘fornace’, (come a Ripalta Guerina per esempio), prende le sue origini in quanto si trova in un terreno argilloso adatto all'industria laterizia. Moso a Crema e porta Mosa a Cremona prendono origine dalle caratteristiche paludose dei secoli passati e in seguito aree bonificate.

 

L’origine di Salvirola

Corsi d’acqua, campi, cascine: dai loro nomi si risale alla storia, all’habitat, alle popolazioni che hanno attraversato la nostra regione, dai Romani ai Galli, ai Longobardi, ai Franchi. Tra questi esempi “Salvirola Cremasca”, in antichità “Soave” che viene da Suevi (Svevi). Un patrimonio, quindi, quello della toponomastica, che non va disperso e che partecipa alla ricostruzione della nostra identità territoriale e storica. Il prossimo appuntamento, l'ultimo, che chiude il primo ciclo di incontri, sarà mercoledì 24 novembre alle ore 17.30 presso la sala del consiglio della provincia di Cremona. Relatrice Liliana Ruggeri che interverrà sul tema Le cascine cremonesi, storie e tradizioni.

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