12-02-2022 ore 18:34 | Rubriche - Crema
di Claudia Cerioli

Rotary: incontro con il direttore del centro auxologico sui problemi della sanità locale

Il Rotary club Crema, presieduto da Antonio Agazzi, ha proposto un’interessante conviviale sul tema: “Il sistema sanitario lombardo di fronte al Covid: un’esperienza di generosità dalla quale ripartire per migliorare le fragilità e confermare le eccellenze”. Relatore Mario Colombo, direttore generale dell’istituto auxologico Italiano. La pandemia ha messo in evidenza le difficoltà del sistema sanitario italiano. Sotto i riflettori regione Lombardia, uno dei distretti economici più importanti d’Europa.

 

Privato in prima linea contro la pandemia

Colombo ha sostenuto che "la connotazione pubblica o privata degli erogatori poco centri con la fragilità del sistema. È importante definire standard di accreditamento strutturali e organizzativi dei nostri ospedali, al fine di omogenizzare verso l’alto la qualità degli stessi, ovvero introdurre elementi di valutazione delle performance in termini di degenza media, ritorno in ospedale dopo un intervento, mortalità. Il soggetto privato può ben concorrere con pari obblighi e diritti al servizio sanitario pubblico se vi è concordanza di valori e di intenti. Di fronte all’emergenza Covid sono state fatte critiche generalizzate al sistema privato. Invece ha dato un contributo importante”.

 

Medici di medicina generale

Il relatore ha affrontato un problema, molto. Sentito anche nel nostro territorio: la carenza di medici di medicina generale. Problematica collegata al  rapporto con il territorio e per la continuità di cura. Questa figura ha un ruolo indispensabile nella sostenibilità del sistema sanitario nazionale con una azione di filtro sia nella cura delle patologie da primo approccio, sia nella selezione degli esami strumentali di primo livello e nell'accesso allo specialista. Senza questo filtro il sistema non reggerebbe l'urto di una marea di richieste spesso inappropriate. È necessario potenziare le attività dei medici di famiglia e lavorare sui modelli organizzativi per rendere la medicina generale ancora più adeguata ai bisogni di salute dei cittadini.

 

Ospedalizzazione meno intensiva

Nei vari tentativi susseguiti negli anni di recuperare il rapporto ospedale territorio e la continuità di cura del paziente si devono anche annoverare le realizzazione di forme di ospedalizzazione meno intensiva (cure intermedie, riabilitazione generale e geriatrica, riabilitazione di mantenimento), per decongestionare gli ospedali, rendere più appropriati i setting di cura e consentire il rientro al domicilio o verso strutture di residenzialità protetta. In queste esperienze, a mio avviso, è stata carente una ampia e preventiva azione di confronto e condivisione con tutte gli stakeholder, indubbiamente i medici di famiglia, gli erogatori e le società scientifiche e, presupposta la condivisione, piani attuativi chiari con un forte coordinamento ed integrazione.

 

Medicina del territorio

I principi del ‘Recovery found’ ritengono necessari: potenziare la prevenzione e l’assistenza territoriale, migliorando la capacità di integrare servizi ospedalieri, servizi sanitari locali e servizi sociali, per garantire continuità assistenziale, approcci multiprofessionali e multidisciplinari, percorsi integrati ospedale-domicilio a tutta la popolazione. Tra i progetti che sono stati individuati vi sono: la casa della comunità e presa in carico delle persone; l’assistenza domiciliare e lo sviluppo delle cure intermedie. Generale è stato l’apprezzamento da parte dei soci, per una relazione appassionata, sostenuta da comprovata competenza e indubbia chiarezza espositiva, che ha reso merito anche e soprattutto al lavoro massacrante e generoso di medici, infermieri e volontari, nelle diverse fasi di un’emergenza non ancora archiviata.

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