11-10-2024 ore 20:39 | Rubriche - Costume e società
di Giulia Tosoni

'I 70 anni di televisione italiana'. Il Rotary Club indaga il mondo dell'informazione giornalistica

Il Rotary Club Crema, presieduto da Antonio Grassi, ha organizzato presso il ristorante Ridottino di Crema un ciclo di quattro conferenze dedicato alla comunicazione televisiva e digitale. “Sono stati fatti questi incontri perché credo che informazione e comunicazione siano uno dei pilastri della società odierna – ha dichiarato il presidente Grassi – gli interventi sono partiti dalla storia della televisione italiana, per poi toccare la tv regionale e locale. Infine, è stato per me importante trattare il passaggio epocale dall’informazione cartacea al digitale”.


I relatori degli incontri

I soci del Rotary hanno ascoltato le “lezioni” di quattro esperti del settore: Paolo Carelli, docente di teoria e tecnica dei media all’Università cattolica di Milano e Brescia; Andrea Silla, caporedattore vicario Rai; Giovanni Palisto, conduttore e giornalista di Cremona1 e Vittoriano Zanolli, responsabili dell’omonimo blog. “Relatori bravi, preparati e comunicativi, molto apprezzati dai soci”, ha aggiunto Grassi, “L’iniziativa ha avuto un unico limite: essere riservata solo ai membri del Club. È auspicabile che iniziative di informazione sull’informazione abbiano una platea più ampia”.

 

La tv italiana 

Martedì 17 settembre si è svolto il primo incontro, dal titolo I primi 70 anni, passato, presente e futuro della televisione italiana, tenuto dal docente Paolo Carelli. Ha raccontato una storia iniziata con la prima trasmissione televisiva, anta in onda il 3 gennaio 1954, un excursus dalle sue origini fino ai giorni nostri. “La televisione sta bene, nonostante quello che si sente dire da diversi anni. Oggi siamo in una società globale, ma i contenuti televisivi e i suoi consumi continuano a incrementare. Il successo di un programma non si determina più dall’ascolto fatto la sera prima, ma da tutta una serie di frammenti che continuano a circolare nella rete”.

 

Le sfide odierne

Il secondo appuntamento, tenutosi martedì 24 settembre, ha visto Andrea Silla con l’incontro intitolato: La Rai e le sfide di oggi. Il relatore ha illustrato le modalità di lavoro all’interno di una redazione televisiva regionale. Il suo intervento, nello specifico, si è concentrato sul ruolo multitasking che un giornalista dovrebbe avere. “Oggi, con l’evoluzione della tecnologia, sono cambiate anche le sfide: il lavoro è mutato, prima c’erano tempistiche più dilatate. Oggigiorno qualsiasi cittadino munito di smartphone può essere un concorrente perché chiunque può riprendere un fatto e pubblicarlo sui social. Per qualsiasi emittente arrivare prima degli altri è ormai impossibile. Per questo motivo, quello che un giornalista può fare è lavorare sempre di più sulla credibilità, attraverso mansioni di verifica delle fonti e delle immagini. Il suo compito è di conseguenza cambiato: non deve solo informare, deve essere capace di fare un approfondimento d i qualità”.

 

L’identità locale

Cinquant’anni di emittenza radiotelevisiva privata, dalla fine del monopolio alla legge Mammì. Il futuro delle radio e televisioni regionali e locali, tra sfide tecnologiche e identitarie. Questo il titolo del terzo incontro, tenuto da Giovanni Palisto, nella giornata di martedì 1 ottobre. “Con le nuove evoluzioni, le emittenti radiotelevisive locali devo reinventarsi per affrontare il futuro. Sono state proprio queste realtà locali a coinvolgere gli telespettatori, perciò il legame con con il territorio c’è tutto. Per quanto riguarda le realtà legate alle singole cittadine, queste riescono a ritagliarsi identità in maniera più semplice. È difficile darsi, però, un’identità regionale ma ci proviamo”.

 

Il passaggio generazionale del giornalismo

Il ciclo di incontri si è concluso, martedì 8 ottobre, con l’intervento Dalla carta stampata alla comunicazione in rete. La metamorfosi del giornalismo, di Vittoriano Zanolli. Il relatore ha affrontato una questione assai attuale che ha cambiato il modi fare informazione, una trasformazione che lui stesso ha vissuto in prima persona. “Prenderanno sempre più piede i social e i giornali online liberi da condizionamenti e pubblicità. Non si parla più di crisi della carta stampata, ma del giornalismo e ciò significa la morte della democrazia”.

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