11-05-2023 ore 11:25 | Rubriche - Medicina e salute
di Rebecca Ronchi

Disturbi dello spettro autistico in età adulta. Politi: ''rendere protagoniste le persone''

Intervenendo al convegno organizzato dal Dipartimento di salute mentale, disabilità e dipendenze dell’Asst di Crema in sala Alessandrini, il docente Pierluigi Politi è stato molto chiaro: “La sfida di oggi e di domani per garantire il benessere delle persone autistiche consiste nel cercare di scorgere le peculiarità e le abilità di ciascuno. A cambiare deve essere il contesto, la società, il nostro modo di pensare”. Le persone autistiche devono essere incluse e cioè “valorizzate come risorse, coinvolte quale parte attiva protagonista del progetto di vita e di percorsi di inclusione lavorativa”.

 

Presa in carico

“Momento di formazione dedicato ai professionisti, per apprendere da esperti in materia”, ha spiegato il direttore del dipartimento Virginio Salvi, il convegno ha consentito ai professionisti cremaschi di confrontarsi e aggiornarsi su temi di stretta attualità. Per il direttore generale Ida Ramponi, “la presa in carico della persona autistica in età adulta richiede una stretta integrazione tra comparto sociale e sanitario, affinché persone e famiglie non si sentano sole ed anzi possano trovare spazio nella collettività”.

 

Integrazione piena

Il sindaco Fabio Bergamaschi ha ricordato che “le diagnosi di disturbo dello spettro autistico sono in aumento. Porre sotto la lente di ingrandimento una fragilità, ci consente di riflettere e di comprendere come agire. Tutti. Di spendere energie al fine di garantire una piena integrazione tra sociale e sanitario”. L’assessore al welfare, Anastasie Musumary, ha sottolineato che “includere significa assicurare ad ogni persona mezzi e contesti adeguati alla piena realizzazione di sé. Dobbiamo agire, tutti, insieme, come comunità, per includere. Ogni giorno, non solo in situazioni emergenziali. È dovere del servizio sociale pianificare per garantire benessere”.

 

Il cambio di mentalità

Oltre ad uno scatto conoscitivo e culturale è necessario abbandonare i paradigmi della medicina di un tempo. “La storia siamo noi – ha più volte ribadito Politi – e la storia insegna che si può cambiare, progredire. Siamo passati da tempi in cui la persona autistica era valutata come schizofrenica a giorni in cui si è compreso che è corretto parlare di disturbi dello spettro autistico. Di strada da fare ne resta molta, l’approccio giusto per le giovani generazioni sta nel non stancarsi mai di apprendere dall’esperienza, nell’ascoltare le persone autistiche, osservarle e imparare. Dobbiamo cambiare prospettiva: non dobbiamo focalizzarci su ciò che manca, sui deficit, ma su quelle abilità che rendono uniche le persone”.

 

Diagnosi e progetto terapeutico

A Marta Nola e Natascia Brondino, rispettivamente assegnista di ricerca e professore associato presso l’università degli Studi di Pavia, il compito di descrivere gli strumenti per l’inquadramento diagnostico e la diagnosi differenziale con altri disturbi mentali. La sessione pomeridiana moderata da Cinzia Sacchelli ha focalizzato l’attenzione sulla costruzione del progetto terapeutico e la terapia farmacologica. Un convegno molto apprezzato dagli stessi addetti lavori, quotidianamente in prima linea.

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