09-10-2021 ore 19:26 | Rubriche - Medicina e salute
di Andrea Galvani

Ats Val Padana: 'campagna vaccinale, per i pazienti più a rischio è iniziata la fase tre'

“Al di là della progressiva estensione della campagna vaccinale, in questa fase della pandemia è essenziale che le persone alle quali oggi è rivolto l’invito alla terza dose di completamento del ciclo vaccinale o alla dose di richiamo, ne comprendano appieno l’importanza e aderiscano convintamente”, sottolinea Salvatore Mannino, direttore generale dell’Ats Val Padana: “il numero di chi si presenta nei centri vaccinali è ancora contenuto rispetto al bacino dei potenziali beneficiari ed alla capienza di posti. La sensazione è che sia necessario da parte di tutti (diretti interessati, loro familiari o caregiver, medici curanti e operatori sanitari in generale) un salto di qualità nella consapevolezza dell’importanza di un’ulteriore dose di vaccino per consolidare la capacità di risposta al Sars-CoV-2, nelle categorie per le quali è indicata: uno sforzo collettivo di rilancio della campagna vaccinale, in un’ottica di rinnovata fiducia nel mondo scientifico e nelle autorità sanitarie e regolatorie”.

 

La dose addizionale

Dal 20 settembre ha preso avvio in regione Lombardia e nel territorio di Ats della Val Padana, la fase tre della campagna vaccinale, con la somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid-19 per i pazienti più a rischio; in particolare, è iniziata la somministrazione della dose addizionale – che completa il ciclo vaccinale primario dopo almeno 28 giorni dalla seconda dose - per i soggetti trapiantati ed immunocompromessi, patologie specificate in apposita nota del Ministero della Salute. Da lunedì 4 ottobre è in somministrazione la terza dose di vaccino booster, proposta in questa fase sia ai cittadini ultraottantenni che hanno già completato il ciclo vaccinale da almeno sei mesi, che ad ospiti e operatori delle Rsa”.

 

Efficacia contro variante Delta

“Da un recentissimo studio condotto in Israele, dove la somministrazione delle terze dosi è in fase avanzata e sono, pertanto, disponibili le prime evidenze significative sul suo effetto, emerge come con una terza dose porterebbe l'efficacia del vaccino a circa il 95% di protezione anche rispetto alla variante Delta. L’Ats della Val Padana e le Asst di Crema e Cremona hanno interpellato sull’argomento alcuni specialisti e medici di famiglia che operano sul territorio, al fine di sensibilizzare ed informare i cittadini sull’importanza di questa nuova fase della campagna vaccinale e favorirne l’adesione; a loro abbiamo chiesto, in particolare, perché è davvero così importante ricevere la terza dose.

 

Reparti dialisi e oncologia

Come spiegano Gianluca Fasoli e Maurizio Grassi, direttori delle unità operative di Nefrologia e Dialisi e Oncologia dell’Asst di Crema “i nostri reparti sono frequentati da pazienti con grave compromissione del sistema immunitario, per le patologie di cui sono affetti e per i trattamenti conseguenti. Le evidenze scientifiche dimostrano che questi ammalati traggono beneficio da una dose addizionale di vaccino, a completamento del ciclo vaccinale primario. I pazienti onco-ematologici, nefrologici e trapiantati d’organo che afferiscono alle nostre unità operative, hanno accettato senza riserve il nostro consiglio di sottoporsi alla dose addizionale di vaccino. L’adesione, grazie anche alla disponibilità del centro vaccinale e della farmacia ospedaliera, ha permesso di vaccinare la pressoché totale popolazione di pazienti a nostro carico. La vaccinazione è stata ben tollerata e non abbiamo rilevato problemi clinici particolari sui nostri pazienti, che hanno regolarmente proseguito i trattamenti in atto. A maggiore tutela dei nostri utenti, anche noi operatori sanitari dedicati alla cura di queste patologie abbiamo già dato disponibilità ad essere vaccinati con la terza dose di vaccino”.

 

Il livello degli anticorpi

“La quantità di anticorpi prodotti dai vaccini anti-Covid19 – spiega Rodolfo Passalacqua, direttore del dipartimento Oncologico dell’Asst Cremona - tende a diminuire in maniera importante dopo i sei mesi dalla seconda dose. Questa diminuzione è più marcata nei pazienti anziani e nei pazienti con malattie croniche o immunodepressive. Per questo motivo è necessario somministrare una dose ulteriore (terza dose) di vaccino alle persone che si trovano in una condizione di fragilità. Ciò aiuterà a riportare in alto il titolo anticorpale nel sangue e rimanere protetti dal virus”. La responsabile della Dialisi di Cremona, Paola Pecchini, sottolinea come “in caso di malattia da Sars-CoV2 il rischio di mortalità nei pazienti dializzati e trapiantati è di per sé molto più alto rispetto a quello della popolazione generale. Ci sono inoltre due aspetti che non devono essere assolutamente trascurati: il primo è che i pazienti emodializzati, frequentando l’ambiente ospedaliero per eseguire le terapie, vengono in contatto con altri utenti e con il personale sanitario, esponendosi così ad un maggiore rischio di contagio. Il secondo aspetto, che riguarda i pazienti trapiantati, è che la loro condizione immunosoppressiva può inficiare la risposta anticorpale delle due dosi di vaccino. Considerate quindi le evidenze scientifiche, la somministrazione di una dose aggiuntiva è l’unica via da percorrere per migliorare l’efficacia del vaccino e quindi proteggersi dal virus”.

Verso la fine della pandemia

“La terza di vaccino rappresenta un altro passo verso la fine della pandemia. Siamo tutti molto stanchi di vivere questa condizione e l’unico modo per uscirne, occorre ribadirlo, è vaccinarsi. Nei pazienti con alcune malattie croniche, in particolare nei pazienti in dialisi e nelle persone trapiantate, le difese funzionano spesso in modo non perfetto. La protezione contro il Covid-19 data dal vaccino – sottolinea Angelo Pan, direttore Malattie infettive Asst Cremona - potrebbe progressivamente ridursi, fino a rendere possibile un'infezione. La terza dose, stimolando ancora le difese contro il virus, può permettere di proteggerci più a lungo e meglio da questa pericolosa infezione”.

 

Una scelta responsabile”

“Perché dobbiamo vaccinarci per la terza volta contro il Coronavirus?” Risponde il medico di medicina generale ed ex sindaco di Rivolta d’Adda, Fabio Calvi: “potrei dire che è una scelta responsabile, necessaria, ma in realtà c’è un solo motivo, valido e difficile da negare: solo vaccinandoci possiamo cercare di tenere a bada un virus che ancora adesso, a distanza di quasi due anni dalla sua comparsa, sta mietendo vittime e creando gravi problemi, non solo sanitari, a tutti noi. I primi che devono accettare questo invito sono le persone più a rischio e cioè chi ha un’età avanzata o patologie croniche. Loro, anche se apparentemente in ottime condizioni di salute, sono quelli che più facilmente in caso di contagio pagherebbero le più gravi conseguenze. Noi medici di famiglia lo vediamo tutti i giorni. Vaccinatevi, ascoltateci. Il vaccino funziona, ha indubbiamente ridotto i rischi di malattia grave, la terza dose ha senso per tutti, ma soprattutto per chi già si trova in una fascia di età avanzata o in condizioni cliniche critiche”.

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