09-09-2022 ore 20:39 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

Cristina sulla Via di Francesco: 'siamo sempre in cammino, insieme possiamo andare lontano'

“Alla fine il segreto della vita è tutto lì: siamo nati per camminare insieme. Oltre le difficoltà. Non servono immagini costruite, artifici. La bellezza sta nella natura. In un bosco che accoglie il sole, nel verde, in una salita affrontata. E in una vetta conquistata”. Maria Cristina Luisani deve ancora sistemare le valigie. È tornata ieri a Crema da un pellegrinaggio sulla Via di Francesco. Ha preso parte all'ultima tappa della Staffetta dell'inclusione InsuperAbile. Ha camminato speditamente in quattro giorni da Città di Castello a La Verna con le associazioni Se vuoi puoi, Coop Lavorare Insieme e Coop San Martino. “I partecipanti erano persone con disabilità plurime, ma quel che conta di più è che non ho avvertito negativamente la differenza. Piuttosto ho respirato il desiderio di prendersi cura gli uni degli altri, di dare ognuno un piccolo contributo per raggiungere la meta. Per raggiungere La Verna”. Maria Cristina ha la sindrome di Usher, una malattia degenerativa che porta alla cecità e alla sordità ed è una sportiva. Pratica atletica a livello agonistico. È abituata a camminare speditamente e a raggiungere obiettivi. “In questa avventura la mia guida è stata Marina Parisio, una ragazza con la sclerosi multipla. È stata lei a parlarmi di questa bella opportunità durante gli allenamenti ed appena ho capito di cosa si trattava mi sono detta perchè non provarci? Zaino in spalla, un passo avanti all'altro, una scalata dopo l'altra, una fatica dopo l'altra, insieme siamo arrivate a La Verna”.

 

Una liberazione

La meta è stata una liberazione. “Ho provato una sensazione strana. Mi sono sentita felice. Mi sono sentita leggera”. Il rimpianto di non aver potuto godere il paesaggio non l'ha neanche sfiorata. “Ci sono tanti modi per vivere la realtà”. La vista è solo uno dei sensi. “Resto aggrappata alla sensazione positiva che ho avvertito sottopelle. Mi ha fatto capire che sono viva, che posso provare emozioni e conquistare ancora vette”. Non da sola, “insieme agli altri, con la mano di tutti”. Ogni giorno non è stato facile. “C'erano le rocce, le scalate, i sentieri dissestati. E le paure, le nostre fragilità, il nostro essere umani”. E poi “una mano tesa su cui poter contare, un'amicizia che ho imparato a coltivare giorno dopo giorno”. Marina fino a pochi giorni fa era per Cristina solo una compagna di allenamento presso l'associazione Icaro di Brescia, dove entrambe praticano atletica. “Questo cammino ci ha consentito di legare maggiormente, non solo per merito della corda che ci teneva legate durante il percorso. Ho imparato a fidarmi di lei, a guardarla per le risorse che può mettere a disposizione, a rendere mia un po' della sicurezza che la sua mano salda mi ha trasmesso”. Al di là delle “difficoltà di equilibrio che ogni tanto avvertiva”.

 

Sempre in cammino

Non sono mancati i dubbi e i crolli, “fanno parte di qualsiasi sfida. Quando ho deciso di coglierla – interviene Marina – mi ero prefissata di prestare a Cristina i miei occhi. Di essere i suoi occhi. Anche io da lei ho ricevuto in cambio sicurezza e tranquillità. Credo mi abbiano aiutato a superare quei momenti complicati vissuti durante il tragitto”. Con loro l'intero gruppo ha fatto la differenza. “Fare un cammino – spiega la promotrice Mariella Faustinoni– ha in sé un non so ché di spirituale”. Sa di ricerca, di dubbio, di sfida, di desiderio di mettersi in gioco. “Vuol dire ogni volta preparare quella sacca, per approdare in un luogo nuovo, diverso”. Lasciare un porto sicuro, per andare in un posto nuovo, sconosciuto, da vivere. Per lasciare traccia. Anche lì, nonostante gli ostacoli. Oltre i limiti. “La staffetta dell'inclusione ha preso il 14 agosto e si è conclusa il 7 settembre. Siamo partiti da Proceno e siamo arrivati a La Verna. Alcuni di noi – continua Mariella– hanno camminato per 700 chilometri. Lungo la strada abbiamo accolto tante associazioni da tutta Italia. Questa esperienza è per tutti: dimostra che concretamente ciascuno di noi può fare un pezzettino”. Per sé e per gli altri.

 

Piccoli frammenti di realtà

Un passo avanti all'altro, ciò che conta è non fermarsi. “Bisogna imparare a fidarsi”. Non è un esercizio facile “serve prendere le misure giorno dopo giorno, ma poi è una leggerezza tutta da assaporare” riprende Cristina. Una foto la immortala con le braccia spalancate, come se fosse pronta a spiccare il volo. “Quando siamo arrivate a La Verna ho pianto. Mi sono sentita libera, serena. Felice”. Attorno aveva tutti i suoi compagni di viaggio, indispensabili. O meglio, InsuperAbili. “E' difficile dire cosa mi resterà nel cuore. Sono piccoli frammenti di una quotidianità condivisa: la mano tesa di Michele, un ragazzo autistico che ha voluto guidarmi un passo avanti all'altro per un tratto di strada, la voce sicura di Marina, che non ha mai mancato di raccontarmi i dettagli. L'apporto sempre pronto in caso di necessità di Maria Luisa Garatti. Ognuno di loro ha fatto un pezzo. Ognuno di loro resterà dentro a modo proprio. Perché, citando il giornalista Guido Marangoni “siamo fatti di-versi perché siamo poesia”.

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