08-11-2021 ore 20:37 | Rubriche - Costume e società
di Ginevra Mantovani

La fiaba di Matteo al centro di una tavola rotonda sul bullismo: 'una piaga da vincere'

Bullismo, depressione e rinascita. Sono questi i capisaldi della Fiaba di Matteo, raccontata ieri nella chiesa di san Rocco ad Offanengo, in un evento voluto dalla Pro loco. Protagonista Matteo Belgiovane, giovane poeta di Casalmorano che ha sconfitto bullismo e depressione grazie alla passione della scrittura. Meglio, della poesia: “mi ha consentito di guardarmi dentro, di osservarmi sotto una nuova luce e donare speranza ad altri ragazzi”. Bullizzato dai coetanei, “avevo imparato a pormi dei limiti, a guardarmi con i loro occhi. A sottovalutarmi. Questo fa il bullismo: annebbia, sottovaluta, cambia. Segna per sempre”. La svolta è arrivata quando “ho conosciuto la depressione, ne ho preso consapevolezza e l'ho chiamata per nome”. Le parole servono a fare chiarezza. “sono una parte fondamentale della nostra vita, trasmettono emozioni. Vanno scelte con cura. Sceglierle significa decidere che piega dare alla nostra vita”.

 

Una piaga sociale

L'esempio di Matteo, incalzato dall'editore Nicola Bergamaschi di edizioni We, viene raccontato nelle sue raccolte di poesie: l'Arte di vivere e Ai confini. Un terzo libro verrà presentato a fine mese in occasione della fiera del libro di Cremona. “Matteo – ha detto Bergamaschi – è un esempio per le giovani generazioni: la sua storia dimostra che da ogni cicatrice può nascere un'esperienza da raccontare”. Anche dalle ferite “generate dal bullismo, una piaga sociale del nostro tempo che annienta i fiori più belli”. Si infila nella vita dei giovani “e agisce anche sul contesto sociale, familiare e scolastico”. Sul punto la parola è passata a Silvana Gambino, docente e mamma: “mia figlia è stata vittima di bullismo sin dalla primaria. La scuola pubblica non ha saputo far fronte a questa situazione. L'ho vista spegnersi, annullarsi. Meglio: ammalarsi”. Ora la situazione sta lentamente migliorando: “ma non voglio più tacere. Non possiamo restare indifferenti a tutto questo. Dobbiamo parlarne insieme per fortificarci: per ritrovare la luce”.

 

'Abbiamo fallito tutti'

L'avvocato Maria Procopio ha inquadrato il tema dal punto di vista giuridico. “Ad oggi non esiste una normativa nazionale in tema di bullismo. Esistono normative regionali che mirano ad una maggiore formazione e sensibilizzazione soprattutto tra i giovani”. Per bullismo si intende una condotta intenzionale e persistente che mira a danneggiare e sopraffare chi ne è vittima. Non è un fenomeno isolato: riguarda l'intero contesto sociale e familiare delle persone coinvolte. Può essere fisico, verbale, relazionale. In ogni forma “determina un dolore dell'anima dal quale non si guarirà mai, oltre che un dolore fisico. Lo hanno affermato anche alcune recenti sentenze”. Procopio ha poi analizzato i profili civilistici e penalistici del fenomeno. “La violenza in ogni sua forma è un fallimento. Il bullismo toglie spensieratezza, giocosità: quando si verifica dimostra che tutti, anche chi sta in silenzio, abbiamo fallito”. In chiusura il docente Ugo Belloli ha raccontato la sua esperienza nella scuola come fautore di progetti inclusivi, a favore di persone con disabilità: “è il mio modo per provare a scrivere un domani migliore per tutti”.

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