08-10-2021 ore 20:37 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

Alcolismo, violenza e ludopatia: 'guidiamo le donne verso una nuova indipendenza'

L'assunto è chiaro: in presenza di problematiche è necessario chiedere aiuto a professionisti. In occasione della Giornata mondiale della salute mentale l'Asst di Crema, in particolare le unità operative ed i servizi di psicologia, dipendenze e riabilitazione alle dipendenze hanno promosso un evento smart 'in rosa' dedicato alla figura della donna dipendente da alcol o gioco d'azzardo, ovvero vittima di violenza da parte di una persona con dipendenze. Rientrante nell'open week di Fondazione onda, l'iniziativa ha inteso focalizzare l'attenzione sulle “opportunità offerte per tornare ad essere Donne indipendenti: vere protagoniste della loro vita e del loro benessere”. Per la psicologa Cinzia Sacchelli: “la violenza non va mai accettata, va superata. Allo stesso modo un percorso di riabilitazione non deve essere affrontato in solitudine”. D'altro canto “resta importante anche agire per quanto possibile sulla prevenzione”.

 

La piaga dell'alcolismo tra le donne

Lo psicologo Guido Carlotto dell'unità operativa di riabilitazione dipendenze di Rivolta d'Adda ha focalizzato l'attenzione sul fenomeno dell'alcolismo tra le donne: “Il corpo di una donna – ha spiegato – regge meno l'alcool rispetto a quello di un uomo. Peraltro l'organismo femminile è più sensibile agli effetti delle sostanze alcoliche”. Tra i rischi connessi all'eccessivo consumo spiccano cancro alla mammella, osteoporosi, compromissione della fertilità. “La donna in stato di ebbrezza – ha aggiunto – è maggiormente soggetta al rischio di molestie e violenza. Si rileva soprattutto un abuso di alcool tra le giovani: è opportuno che le famiglie sorveglino e che si agisca per adottare opportune misure preventive”.

 

Alcool e gravidanza

L'assunzione continua di alcool può comportare problemi anche nel delicato periodo della gravidanza: “recenti studi hanno dimostrato come anche moderate quantità di alcool possano avere effetti dannosi sul feto”. Tra questi, a titolo meramente esemplificativo, l'aborto spontaneo, la natimortalità, la sindrome della morte improvvisa in culla, il parto pretermine, danni al sistema nervoso centrale, disordini che rientrano nello spettro dei disordini feto-alcolici. La forma più grave è la cosiddetta Sindrome fetoalcolica. “L'assunzione di alcool deve essere sospesa anche nel periodo dell'allattamento:l'allattamento da mamma alcolista provoca nel bambino un'intossicazione. In soldoni deve esservi astinenza totale sia prima che dopo il parto”.

 

Curare la sofferenza

Ogni anno all'unità operativa di riabilitazione delle dipendenze di Rivolta d'Adda accedono 500 prime visite, la metà vengono prese in carico. La percentuale di donne si aggira intorno al 30 per cento: si tratta di persone con un'età compresa tra i 35 ed i 55 anni. “Per il 90 per cento, le persone di cui ci prendiamo cura presentano anche altre forme di dipendenza oltre a quella da alcool. Ciò che conduce una persona a ricorrere ad una dipendenza è l'incapacità di comunicare sentimenti. Le storie sottese ad una problematica di questo tipo sono dense di sofferenze, di violenze fisiche e psicologiche. Nel caso della donna in particolare il congelamento emotivo e l'incapacità di riconoscersi un valore la portano a scegliere l'alcool come cura della sofferenza, non rendendosi conto che si tratta di una scelta distruttiva per la persona e per le relazioni. In questo senso il lavoro condotto dall'equipe riabilitativa multidisciplinare non è solo finalizzato all'astinenza, ma pure alla riabilitazione psicosociale attraverso l'esperienza di gruppo per consentire alla persona di riprendersi in mano la vita”.

 

Il gioco d'azzardo è una malattia

Altro aspetto problematico è dato dal gioco d'azzardo. “Bisogna partire da una consapevolezza” chiarisce la psicologa Alice Gaudenzi il gioco d'azzardo non è un vizio, è una malattia. E non è più una prerogativa solo maschile. Oggi le donne si avvicinano al gioco d'azzardo nei luoghi frequentati nella quotidianità. Ciò che si nota è che le persone di genere femminile preferiscono quei giochi che danno la percezione di una socialità e che in qualche misura sono orientati alla fuga, consentono di staccare dalla routine. Al contrario gli uomini preferiscono giochi di strategia”. Tra i motivi che spingono una donna al gioco spiccano “la volontà di sfuggire a sentimenti negativi, la solitudine, la necessità di colmare un vuoto affettivo o di ottenere un risarcimento in relazione ad una perdita”.

 

In famiglia

Se “il giocatore, invece, è in famiglia la donna vive a contatto con un partner dall'umore mutevole e portato all'isolamento sociale a causa dell'ansia e della preoccupazione”. Parzialmente diversa la posizione della donna a contatto con un familiare alcolista: “in quel caso la donna è esposta ad un maggior rischio di violenza fisica e psicologica, essendo il familiare stesso aggressivo” precisa Carlotto. Le figlie invece “spesso si trovano ad assumere nei riguardi del genitore un atteggiamento di accudimento con un'inversione di ruoli e gravose responsabilità”. “In quel caso è opportuno fare affidamento ai servizi territoriali o al medico di base”.

 

Accanto alle donne

Anche l'associazione Donne contro la violenza e la Rete contatto giocano da questo punto di vista un ruolo rilevante: “la Rete contatto – ha spiegato Cecilia Gipponi – è composta da enti pubblici e privati e con un approccio multidisciplinare intende fornire un supporto alle donne in difficoltà”. Sull'attività della rete e sulle conseguenze della violenza si è concentrata la psicologa Paola Uberti. “Una donna vittima di violenza è spaventata, intimorita, chiede di essere aiutata”. Basti pensare che secondo un'indagine Istat del 2015 il 20 per cento delle donne vittime di violenza ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, il 40 per cento mostra sintomi depressivi ed il 12 per cento ha tentato il suicidio. “Noi – chiude Uberti – proviamo al loro fianco a dare di nuovo forma al futuro”. Un domani che “deve necessariamente passare dal benessere e dall'indipendenza di ciascuna”.

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