08-07-2022 ore 09:37 | Rubriche - Crema
di Claudia Cerioli

Rotary, 'il format televisivo' nella lezione di Alvise Borghi, storico autore delle reti Mediaset

Il Rotary club Crema, durante l’ultima conviviale prima del passaggio delle consegne, ha ospitato Alvise Borghi, volto noto della TV ma anche socio fondatore e primo presidente del Rotaract di Crema. Prima di approdare alla televisione, Borghi ha conseguito una laurea in medicina, con specialità in psichiatria. Ha infatti lavorato sulla psicologia della comunicazione, per poi dedicarsi allo spettacolo, in seno alla quale vanta una carriera di quasi 35 anni, come autore e produttore esecutivo di programmi molto amati dal pubblico, appartenenti a tutti i generi televisivi. Attualmente è capo progetto e autore del pre serale di Canale 5, ‘Caduta libera’ condotto da Gerry Scotti.

 

I tipi di programma

Borghi è stato invitato a relazionare, in modo particolare, sul ‘format televisivo’. “L’autore è una specie di cuscinetto tra le esigenze delle reti televisive, delle società di produzione e delle personalità debordanti dei conduttori televisivi”. Entrando nel merito del tema, ha precisato che “il format  non va confuso con il programma: tutti i format sono programmi ma non tutti i programmi sono format”. Ciò che va in onda è collocabile in poche caselle: il mondo del giornalismo - con le hard news (i TG) e le soft news (i talk show e i programmi di approfondimento) -, i programmi di animazione, quelli di fiction e di intrattenimento. Oggi, in realtà, la distinzione è tra programmi scripted e unscripted. Gli scripted sono recitati da attori. Tutto ciò che avviene è finto (film, telefilm, fiction); gli unscripted sono…tutto il resto, quelli in cui ciò che avviene è, in qualche modo, vero: le persone sono davvero concorrenti, vengono davvero portate su un’isola… In tutto ciò si è inserito un fatto storico: la nascita del mercato globale dei format.

 

Il format è vendibile

Quindi, il format televisivo è un prodotto commerciale, che può essere venduto. Si tratta di un mercato in cui l’Italia è ai margini, dal punto di vista commerciale, non dal punto di vista professionale. Quindi i personaggi italiani ci sono, non ci sono i programmi italiani; questo perché non si prestano alla ‘formatizzazione’, essendo troppo legati all’ambito nazionale. Per esempio, il Festival di Sanremo non è ‘formatizzabile’: è costituito da una serie di cantanti, presentati da un presentatore, la location non può essere venduta e nessuno pagherebbe una cosa che potrebbe fare da sé; diverso è comprare un progetto di programma, tipo ‘Chi vuol esser milionario’, che ha tutte le caratteristiche del format, che non potresti costruire a tavolino, senza impiegare tempo e denaro.

 

Programmi stranieri italianizzati

Il format consente di rifare un programma in tutto il mondo. Deve avere caratteristiche di originalità - non relativamente all’idea di base, che deve essere libera, non brevettabile -, nel senso che deve essere diverso da altre cose che vanno in onda; deve avere uno sviluppo narrativo - la metafora dell’eroe, l’avventura del concorrente che, per vincere il premio finale, deve confrontarsi con le sue debolezze, il fermarsi rinunciando a vincere di più, il proseguire rischiando di perdere tutto. Deve avere una caratterizzazione visiva, (la busta e il postino in studio in ‘C’è posta per te’, l’idea della X, in ‘X Factor’…): io posso attuare la stessa idea (il talent show) ma devo distinguerla visivamente. In Italia facciamo fatica a fare cose che vadano bene anche a un pubblico diverso da quello italiano: non sempre ciò che piace agli italiani piace anche agli stranieri. Spesso dobbiamo prendere format stranieri e localizzarli. ‘Caduta libera’, per esempio, è  israeliano: il programma non prevede la figura del campione. Gli italiani vogliono il campione e hanno necessità di avere puntate conclusive, con un gioco finale.

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