“Questa mattinata a Crema è stata arricchente: grazie per la bella accoglienza”. Il chirurgo Oleksadr Kosyakov, la fisioterapista Iryna Reshetnikova ed il docente universitario Vadym Lutsyshyn hanno fatto visita all’ospedale Maggiore di Crema. Uno scambio di saperi ed esperienze, per accrescere le rispettive competenze nella chirurgia protesica della spalla. Hanno assistito ad un intervento finalizzato all’impianto di una protesi di spalla, coordinato dall’equipe di ortopedici guidata dal direttore di ortopedia, Alberto Agosti.
Scambio di competenze
Hanno potuto osservare il decorso post operatorio di una paziente operata sei giorni prima e di uno a 40 giorni dall’intervento. “Siamo stati molto felici di aver potuto accogliere questa delegazione a Crema, convinti come siamo che lo scambio culturale rappresenti per ciascuno di noi un importante occasione di arricchimento” spiega Agosti. “Speriamo che la tecnica appresa nel corso di questa mattinata possa essere utile, valutata in particolare la difficile situazione che l’Ucraina sta attraversando. Questo incontro assume per tutti noi un valore particolare: va apprezzato ulteriormente il desiderio di questi professionisti di formarsi oltreconfine, in un momento così complicato, per fare del bene alla popolazione ferita”.
Approccio alla riabilitazione
“Da questa esperienza ho compreso l’importanza della riabilitazione precoce”. La fisioterapista Reshetnikova spiega che di norma, in Ucraina la fisioterapia dopo un impianto di protesi di spalla inizia dopo sei settimane. “A Crema la riabilitazione precoce, a sei giorni dall’operazione, garantisce un recupero gradualmente completo”. Altro aspetto su cui riflettere riguarda “la gestione del dolore avvertito dal paziente. Ho respirato una particolare attenzione a questo aspetto ed ho compreso come una corretta terapia antalgica possa aiutare ad iniziare prima la riabilitazione”. La priorità resta la cura del paziente. “La guerra – riprende Kosyakov - ha cambiato tutto, ma non i valori che ci muovono quotidianamente nella nostra professione”. Anche l’attività accademica prosegue: Vadym Lutsyshyn avverte nei giovani futuri professionisti “il desiderio di apprendere nuove tecniche, di migliorare l’inglese per intensificare le relazioni oltreconfine”.