08-04-2023 ore 20:05 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Ripalta Cremasca. ‘È una fortuna entrare nel loro mondo’: la vita nella casa di Sandro

La casa di Sandro, a Ripalta Cremasca, è il dono di un uomo di grande cuore, che per tutta la vita si è dedicato all’insegnamento, all’educazione. Alla formazione di uomini e donne libere. Una condizione che troppo spesso si sottovaluta e per la quale ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Deve lottare. La casa di Sandro ed i suoi ospiti sono i protagonisti di questa nuova tappa di Vivere ancora, il progetto di Cremaonline e Centro di ricerca Galmozzi dedicato a registrare le situazioni di fragilità personali e collettive nel territorio cremasco.

 

Stare bene

La deliziosa villetta ripaltese è un luogo di straordinaria importanza, di cui essere fieri, ma di cui tutti devono sentirsi partecipi. E come tale proteggerlo. La casa di Sandro è il luogo in cui le persone con disabilità possono acquisire sempre maggiore autonomia all’esterno del nucleo familiare. Come spiega Giovanna offre l’occasione di conquistare “la capacità di stare bene”. Rappresenta un graduale avvicinamento al ‘Dopo di noi’, quando i genitori non ci saranno più e non saranno più in grado di occuparsi dei loro figli. C’è ancora molto da fare, ma la sensibilità sul tema è differente.

 

La propria dimensione

Di rientro dal centro diurno gli ospiti della casa di Sandro hanno la possibilità di acquisire nuove competenze. Con l’aiuto delle operatrici professionali per le varie necessità, ogni giorno rappresenta un’occasione di crescita, ogni giorno porta con sé delle novità. Non si ripete uguale agli altri. Uscendo di casa, cambiano le abitudini e con gli amici si scopre che anche una cosa semplice come una tisana ha un altro sapore. Ciascuno ha le proprie simpatie, “ma insieme ad altri fragili, senza filtri, trovano una propria dimensione”. Viviana ci aiuta a capire meglio: ‘osservano molto e hanno bisogno dei loro spazi. Si fanno capire e pian piano ti consentono di entrare in sintonia con loro’. Per quanto possa essere stancante e complicato svolgere la professione di Oss, s’instaura un rapporto di fiducia e collaborazione, che ripaga di un affetto disinteressato. O meglio, “spontaneo”. Puro. Del resto, non ci sono dubbi: ‘è una fortuna entrare nel loro mondo’.

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