08-03-2023 ore 20:03 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Vivere ancora incontra il servizio del drop in a Crema. La comunità di Bessimo: ‘Loro siamo noi’

“Loro siamo noi”. Non c’è alcuna differenza. Alcuna distinzione. La vita non segue un percorso lineare. L’esistenza è imprevedibile. “Ti capita”. Un lutto, una malattia, la perdita del lavoro. Lo sfratto, la strada. E una volta arrivati qui, “il fatto che ti chiamano per nome, non ti giudicano. Possono essere cose semplici, ma per chi fa una vita in strada o una vita che non ha più nessuno sono cose importantissime”. Nell’ambito di Vivere ancora, il progetto di Cremaonline e del Centro di ricerca Galmozzi dedicato a registrare le situazioni di fragilità personali e collettive nel territorio cremasco, Adriana Trovati ci accompagna nel mondo del drop in, della comunità di Bessimo di Crema: “Il progetto Includiamo sul Serio è finanziato da regione Lombardia con fondi europei; è rivolto a giovani e adulti in situazioni di marginalità, anche persone con dipendenza da sostanze. Siamo un servizio di riduzione del danno. Siamo un ponte tra la strada e la possibilità di accedere ai servizi territoriali”.

 

Ritornare alla vita

Anche le persone più forti possono improvvisamente trovarsi in difficoltà. Di punto in bianco. E quando si è da soli, è più facile di quel sembra, “ma non ti riesci a gestire”. E finisci in un attimo sott’acqua, senza fiato. Il torpore, il desiderio che il dolore svanisca e la vergogna della propria condizione hanno un effetto subdolo. Invitano a cedere, a mollare. Eppure Eros non ha dubbi. E nel dirlo non incespica nemmeno nelle parole: “Non ti devi mai buttare giù, perché se lo fai è finita. Devi avere la forza di volontà di cambiare”. Devi desiderare ardentemente, devi lottare “per ritornare alla tua vita”. L’abitudine è pericolosa.

 

Eravamo disperati e soli

E paradossalmente, una volta per strada, senza lavoro, senza soldi, allontanati dagli amici, “come se fossimo malati”, o peggio invisibili per le persone, la propria condizione finisce per essere ‘normale’. Si ripete uguale ad ogni risveglio. E la ripetizione le fa perdere significato. Ti trascina da un parchetto a una panchina. E un bucato, una doccia, un pasto caldo, un letto con coperte pulite diventano un miraggio, che non si ha nemmeno più la forza di ricercare. Cambiare diventa complicato, doloroso. Anna e Marco hanno nomi di fantasia, ma la loro storia no, è reale. È cruda e vera. In auto o per strada, senza soldi e lavoro, vogliono solo stare insieme. Parlano con calma. Misurano le parole. Le scelgono con esattezza. “Eravamo disperati e soli. Ora ci siamo sposati. Guardiamo al presente e al futuro”. Il prossimo passo è “riacquistare una residenza, poter avere una carta d’identità”. Riconquistare i propri spazi. Con l’aiuto di una rete di persone. Perché non c’è alcuna differenza. Non c’è alcuna distinzione: “Loro siamo noi”.

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