“Non più un ruolo a chiamata”, ma competenze che si legano, professionisti che si confrontano per abbracciare il bisogno sociale e favorire la necessaria integrazione sociosanitaria. Si spiega con le parole del direttore generale Ida Ramponi il presente ed il futuro per gli operatori del servizio sociale di Asst Crema. L’orizzonte è stato condiviso in un percorso formativo di cinque incontri, che ha coinvolto le undici assistenti sociali di Asst Crema, condotto dalla facilitatrice Marina Cassoni. Puntando alla valorizzazione del professionista e delle sue competenze, l’iniziativa ha inteso analizzare il modello di servizio e la capacità di lavorare in team, offrendo ai protagonisti occasioni concrete per allenare le proprie competenze. Il futuro prende le mosse dalla necessità di superare la distinzione tra polo territoriale e polo ospedaliero per dare vita ad un’appropriata azione di rete, finalizzata a favorire la co-progettazione in una logica di efficiente ed efficace utilizzo delle risorse.
Tavoli tecnici
Nell’ambito della casa di comunità, gli assistenti sociali contribuiranno alla valutazione multidimensionale del bisogno di salute, considerando e valorizzando anche il contesto di appartenenza di ogni singola persona. Prenderanno, inoltre, parte ai tavoli tecnici e ai gruppi di lavoro dell’azienda, dell’Ufficio di piano e di altri enti. Daranno il loro contributo per prendersi cura dello svantaggio sociale, inteso come fattore influente sulla salute fisica e mentale e valorizzeranno le risorse presenti puntando sul coinvolgimento attivo della persona nel percorso di presa in carico. Per un welfare che si faccia sempre più generativo. L’esito dell’iter formativo è stato illustrato nei giorni scorsi al direttore generale Ida Ramponi, al direttore socio sanitario Diego Maltagliati e al direttore Dapss Annamaria Bona. Dai vertici di Asst sono giunti i ringraziamenti agli operatori per il lavoro svolto.