07-02-2023 ore 20:01 | Rubriche - Costume e società
di Emanuele Mandelli

Cremaschi in riviera, oltre 300 persone a teatro per Anffas e Centro di riabilitazione equestre

Negli anni delle conduzioni a raffica di Pippo Baudo del Festival di Sanremo era stato inventato uno slogan, con tanto di musichetta che ancora ci martella in testa, che è diventato una sorta di modo di dire proverbiale: ‘perché Sanremo è Sanremo’. Una frasetta che sembra quasi nonsense che riprende un po’ il famoso slogan legato al mondo degli affari business is business. Eppure dipinge perfettamente la follia collettiva che prende il paese quando arriva la febbre da festival. Anche Crema non si è mai sottratta alla cosa. Intanto con una nutrita enclave di appassionati che da anni si inventano modi sempre più articolati per seguire la manifestazione. Così quando l’assessore alla cultura Giorgio Cardile mi ha proposto di inventarmi qualcosa per celebrare degnamente Sanremo a Crema, con lodevole risvolto benefico, ho accettato ben prima che finisse la frase.


 

Il sabato sera al San Domenico

Solo che la frase l’ha finita dicendo tipo: “sì, sì, il sabato sera al San Domenico”. Il sabato sera al san Domenico? Nella mia totale incoscienza ho detto sì. E hanno detto sì alla mia proposta un manipolo di amici ugualmente incoscienti. Il palco del San Domenico il sabato sera, le stesse assi calcate da - che so, giusto per fare qualche nome - Ivano Fossati, Roberto Vecchioni, Luca Carboni, Enrico Ruggeri. Alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione il presidente della Fondazione san Domenico Giuseppe “Peppino” Strada ci ha definito, con affetto (spero) e molta ironia (che da sempre lo contraddistingue) “una banda di sfigati”, con cognizione di causa perché il discorso si completava dicendo che lo intrigava molto appunto che dopo proposte di carattere nazionale o internazionale il teatro ospitasse una piccola iniziativa arrivata dal basso e dal territorio. E poi si sono aperte le prevendite dei biglietti, eh sì perché toccava pure pagare per venire a vedere la banda di sfigati.


 

Per Anffas e Cre

Va bene che l’incasso andava in beneficenza, ad Anffas e Centro di riabilitazione equestre, ma li devo dire che mi sono domandato: basterà il buon cuore dei cremaschi e la passione per il festival per portare a casa un risultato? E così di giorno in giorno me ne sono stato a guardare la pianta del teatro sulla biglietteria online colorarsi piano piano di rosso a segnalare i biglietti venduti. In cuor mio avevo pensato che con un centinaio di persone avremmo potuto dire: ma si è andata bene. Alla fine sabato 4 febbraio alle 21 in punto siamo partiti con questa grande scommessa di fronte a più di 300 persone. Ora bisognava solo offrire loro una serata degna. Intanto avevamo “il bello” della compagnia a fare da conduttore della serata. Meglio di Pippo Baudo, il pop-sindaco Gianluca Savoldi non aveva bisogno di dimostrare nulla. Poi avevamo due interventi di storie e aneddoti dei due cremaschi illustri che sono a Sanremo: Lucio Fabbri e Davide Simonetta. Uno storicamente coinvolto, ha raccontato storie incredibili e l’altro lanciatissimo, con tre brani in gara quest’anno (tutti e tre con velleità di vittoria). Si sono fidati di noi affidandoci le loro voci e li ringraziamo. Magari in qualche modo renderemo disponibili i loro interventi.


 

Ciao sono la vostra backliner’

Poi nell’ordine il palco è stato calcato da Stefano Mauri e Gianpaolo Saccomanno che hanno raccontato un po’ di storie locali legate al festival, da Matteo Spinelli, che voce e chitarra ha incantato con un medley che ha messo assieme canzoni storiche di Sanremo e il pubblico, quando ha attaccato La prima cosa bella di Nicola di Bari, si è pure messo a cantare. Poi è toccato a me, che mi sono divertito a recitare una sorta di monologo che ha messo assieme un po’ di storie ruggenti legate alle 73 edizioni del festival e per finire la sferzata rock degli Overdreams, basti dire che hanno messo lì una versione di Sarà perché ti amo impiantata su Enter Sandman dei Metallica che ha davvero fatto ballare il pubblico, dovranno faticare Coma Cose e Baustelle che la propongono nella serata delle cover per fare di meglio. È stato bello. Stare nei camerini, atteggiarsi a star, farsi microfonare da Letizia: “ciao sono la vostra backliner”. Lo rifaremo? Nell’entusiasmo della serata tutti a dire sì sì ci vuole la seconda edizione. Già ma la banda di sfigati che si può inventare? Va beh abbiamo un anno di tempo per pensarci. Per ora buon Sanremo, e occhio alla lega di FantaSanremo Cremaschi in riviera. Ah, le belle foto che corredano sta sorta di metaracconto sono di Lucia Cirillo.

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