06-11-2021 ore 20:33 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

Su due ruote contro il Parkinson da Torino a Venezia: 'la vita è comunque straordinaria'

“È stato il viaggio dei viaggi”. La Bike riding for Parkinson si è chiusa in estate ed ha fatto tappa anche in piazza Duomo a Crema, ma le emozioni sono ancora vive. Lo hanno confermato questa sera i protagonisti, ospitati dalla Fiab, in sala ricevimenti del palazzo comunale. “Inizialmente programmato in un parco, nell'ambito della settimana della mobilità, questo evento vuole promuovere la mobilità dolce” ammette Davide Severgnini di Fiab Cremasco. “La bicicletta è un buon tramite per allenare la salute e migliorare la qualità della vita. Questi atleti con la sindrome giovanile di Parkinson lo hanno dimostrato pedalando da Torino a Venezia”. Sette giorni per 640 chilometri, misti a sorrisi, fatica ed esperienze. “La vita può essere straordinaria anche con il Parkinson” spiega Stefano Ghidotti, presidente dell'associazione Sport e Parkinson. La patologia oggi colpisce anche persone giovani e “coinvolge tutta la famiglia”: “fare movimento in questa fase è essenziale: lo sport è per tutti, ma è fondamentale soprattutto per chi vive con una patologia neurodegenerativa”.

 

Farcela, insieme

Si avverte entusiasmo, al pari della fatica e della paura. “Mi hanno diagnosticato il Parkinson un anno fa” spiega Angelo Gualtieri. “Il mio sogno, oggi realizzato, era quello di fare triathlon. Ho cominciato gli allenamenti e sono partito in quinta. Pensavo di farcela senza problemi: avevo le gambe. In realtà, la preparazione è stata dura, ma è stata un'esperienza bellissima. Lungo il viaggio ho potuto condividere storie, osservare ed ascoltare persone con la mia stessa malattia. Anzi, il mio stesso amico: il Parkinson. Insieme abbiamo fatto tanta strada, abbiamo mangiato tanta polvere, ma ce l'abbiamo fatta. Stavo talmente bene che una sera mi sono dimenticato persino di assumere il farmaco”.

 

Gambe, energie e nuovi amici

Tra i protagonisti anche la cicloviaggiatrice Annalaura Maurin ed il meccanico Massimo Guzzi. Poi c'è Roberto che ha chiesto permessi per raggiungere tutte le città, potendo contare sul sostegno degli Angeli in moto: “ci hanno scortato in ogni luogo”. Annalaura ama le due ruote. Ama la lentezza, “la possibilità di osservare i dettagli, ma soprattutto l'opportunità di raggiungere un traguardo potendo contare solo sulle proprie gambe. Sulle proprie energie”. E su qualche amico in più. Durante la Bike riding for Parkinson ha trovato compagni, con cui condividere persino dei balli, oltre che continuare a pedalare. L'obiettivo era stare insieme, fare gruppo ed allenarsi. O, per dirla con le parole dell'associazione: “la nostra sfida è lo sport, la ricerca, la vita”. “La cura arriverà – ne è sicuro Ghidotti- noi non possiamo farci trovare impreparati”. Stanno già pianificando il prossimo viaggio: in Olanda, in occasione delle Olimpiadi del Parkinson nel 2022.

2070