06-10-2014 ore 22:41 | Rubriche - Humus sapiens
di Andrea Mariconti

A.I.M.H.O

- Nel paleolitico, nella zona del lago Gerundo gli uomini trascorrevano i durissimi giorni pescando pesci gatto nel fondo limaccioso della palude.

 

- In Libano il piatto di ceci più famoso del mondo viene cucinato anco ra oggi secondo le antiche ricette mediorientali.

 

- Nel 1973 in una città devastata dal crimine, i Thunderbolts si trovano a fronteggiare un supercriminale che, nato attraverso travagliate vicende editoriali, usa i suoi poteri a scapito della popolazione del pianeta, la quale muore cedendogli la vita.

 

- Qualche anno dopo, nel 2009 in Lazio, un nutrito gruppo di persone si incontrano per fondare una associazione che promuove l'intercultura e l'infanzia attraverso percorsi ecologici.

 

- Un paio d'anni fa, un caro amico di chi vi scrive, si laurea al Conservatorio in bansuri, o Flauto Indiano.

 

Humus Sapiens

La parola che accomuna tutte queste Storie è: Humus sapiens. Questo nuovo spazio vuole promuovere e, se possibile, approfondire il tema "fare cultura" attraverso piccoli specchietti culturali che presentino ai lettori alcune novità nel panorama italiano ed europeo evidenziando, se possibile, alcuni collegamenti con ambiti e culture anche molto differenti. Il tutto frammisto di sporadici scorci sul vissuto di un pittore del duemilaquattordici, razza, quella dei pittori, non in pericolo di estinzione, ma estremamente agguerrita e feroce ancorchè di habitat prettamente solitario.

 

 

 

Ieri mi sono trovato a guidare sulla tangenziale di Milano, la radio accesa su Radio Tre. La sensazione della cupola del San Raffaele con l'Arcangelo dorato in cima mentre in macchina scorrevano le note di Lucy in the sky with diamonds era parecchio surreale. Le notizie culturali, passate quest'estate, si concentravano principalmente su una miriade di festival presenti nella nostra penisola. Vi siete accorti di quanti festival sono nati negli ultimi anni? Questa forza trainante, resiste e cresce ogni anno, come un buon esempio di sana economia nel nostro travagliato paese: è notizia di oggi che l'Italia ha perso negli ultimi anni il 25% del tessuto industriale. I Festival sono una controtendenza. Alcuni sono straordinari. La novità più celebrata (aimho) è stato il conferimento della direzione artistica dello Sponz Film Fest di Calitri a Vinicio Capossela.

 

Calitri Sponz Film Fest

Le parole del nostro sono state: "Il Calitri Sponz Film Fest, alla sua prima edizione, vuole offrire come obiettivo alla camera da presa, l’unione, lo sposalizio in tutte le sue forme. Le nozze del cielo e della terra, quelle di Cadmo e Armonia, gli sposalizi di paese, le unioni chimiche degli elementi, i riti arborei che celebrano le nozze con l’innesto. I risvolti etici, civili e legislativi. Le musiche accompagnano questo rito fondante della comunità. Molte sono le possibilità di indagine delle ritualità dell’unione. Queste possibilità sono il campo d’azione a cui è rivolto questo festival, che si propone essere luogo di incontro tra culture diverse. La manifestazione prevede un concorso e pubbliche proiezioni nel borgo di un paese immaginifico, Calitri, che già nell’agosto scorso si è offerto come paese dello sposalizio con lo Sponz Fest, fortunato e sorprendente raduno di energie e di spirito di comunità".


 

 

 

Mostra del Cinema di Venezia

Il primo pensiero che ci corre alla mente è sempre: "coraggio, Vinicio, vogliamo ancora sentire canzoni del calibro di Modi..! Ma la scommessa, leggendo queste parole, direi che è stata vinta. Calitri è una città che non conoscevo, il Festival è intrigante e pieno di misteri. Altra notizia delle radio riguardava, inevitabilmente, la 71 mostra Internazionale d’Arte Cinematografica del Cinema di Venezia. Altro festival, altre storie. Il film vincitore è del regista Roy Andersson, il cui film A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence, ha diviso le platee e incantato la giuria. Il titolo "Un piccione seduto su un ramo meditava sull'Esistenza", gran titolo, mi ricorda Charlie Kaufman. Il regista, ad una giornalista che paragonava il suo lavoro a quello del grande padre svedese Ingmar Bergman, ha detto: "Forse alcune cose sono simili, ma se esistono differenze è che Bergman non aveva umorismo". Se leggiamo il titolo in svedese, l'atmosfera cambia: En duva satt på en gren och funderade på tillvaron. Suona come l'iscrizione dell'Unico Anello. Mi piace ancora di più.

 

 

I Cacciatori nella neve

Le domande proseguono e il regista continua a spaziare in liberi campi di associazioni visive, attraversando non di rado il terreno della pittura. Il titolo si riferice al celebre dipinto "Cacciatori nella neve" di Pieter Bruegel il Vecchio (è chiamato "il Vecchio" per distinguerlo dal figlio Pieter Bruegel "il Giovane") .

 

 

Fare Arte

Il piccione è quello che vedete appollaiato sul ramo, impassibile. Un dipinto eccezionale, più lo osservo e più mi convinco che quei colori assomigliano molto ai miei. L'essere umano "fa arte" da sempre. Il "fare arte", cosa che implica la produzione di un'opera, è sempre un' espressione del pensiero umano, ed esprimere significa aprirsi all'altro. L'arte è sempre espressione, anche nelle sue forme più provocatorie o di rottura, e l'espressione è sintomo di una fiducia nel genere umano. Questioni di sopravvivenza, insomma (aimho). Il film parla di questo, in uno stile visivo condensato in "quadri" a camera fissa che il regista ha avvicinato all'opera del pittore tedesco Otto Dix.

 

La Narrazione

Le parole esatte del regista sono state: "Lo stile di Otto Dix, che ha vissuto la tragedia della Prima Guerra Mondiale, mi ha molto influenzato: nei suoi quadri è chiaro il focus. Nella parte iniziale della mia carriera utilizzavo campi lunghi senza mettere a fuoco un punto particolare dell’immagine. Ora non uso più questo stile. In genere nei film ci si concentra sulla narrazione e non sulla qualità visiva. Di Otto Dix avevo visitato la mostra alla galleria Mazzotta di Milano nel '97. Ricordo dei dipinti lucidi e perfettamente "a fuoco", senza che vi fosse alcuna incertezza su velature, pennellate disegnate alla fiamminga, o particolari. Tutto era "a fuoco". Esattamente come dice Roy Andersson.

 

 

Le prime notizie di mostre autunnali giungono con un tragico rinvio: la mostra The Pink Floyd Exhibition: Their mortals remains in previsione alla Fabbrica del Vapore a Milano dal 19 settembre al 19 ottobre. Il rinvio è legato al complesso allestimento che, pare, abbia comportato un problema organizzativo delle tempistiche. Altro per ora non si sa.

 

"Humus Sapiens", perchè siamo tutti lombrichi.

 

p.s. "Aimho" è un acronimo del mercato videoludico, significa "all in my honest opinion".

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