05-10-2019 ore 14:55 | Rubriche - Costume e società
di Andrea Galvani

Migranti e rifugiati. Accoglienza diffusa e solidarietà, Crema ha un cuore molto grande

Durante la Settimana del migrante e del rifugiato, Caritas Crema, Unità pastorale san Bartolomeo-san Giacomo e Fondazione Migrantes hanno organizzato alcune iniziative per rafforzare accoglienza diffusa e solidarietà. Il maltempo non ha fermato ma solo spostato (da piazza Duomo all’oratorio di san Giacomo) il flashmob d’apertura, durante il quale alcuni richiedenti asilo ospiti nel Cremasco, con bonghi e tamburi hanno accompagnato l’esibizione del gruppo di danza di Casaletto Vaprio.

 

Paure e speranze

Sopra lo striscione simbolo della Settimana, realizzato dai migranti accolti dalla Caritas sono state disegnate le paure e le speranze di giovani chi hanno affrontato i rischi del viaggio. Il percorso esperienziale sull’immigrazione allestito da Caritas Ambrosiana, intitolato Sconfinati, ha fatto sperimentare il dramma dei migranti che attraversano il Mediterraneo. Come spiega il referente dell’Area accoglienza della Caritas diocesana, Fabrizio Motta, “all’installazione hanno partecipato oltre 600 persone, in buona parte studenti di diverse classi del Pacioli, della Manziana, dello Sraffa-Marazzi e del Galilei, ma anche alcuni gruppi di giovani delle parrocchie di san Carlo-Crema nuova, Madignano e san Giacomo, oltre a tanti cittadini. Per tutti è stata un’esperienza emotivamente forte provare per pochi minuti le simulazioni del terrore vissuto dai giovani rinchiusi nei campi libici, nella parte finale del viaggio e i rischi della traversata del Mediterraneo. Toccanti le testimonianze dirette dei richiedenti asilo accolti in Caritas”.

 

Il ricordo delle vittime

In molti si sono uniti al momento di preghiera in ricordo delle migliaia di migranti e profughi che non ce l’hanno fatta. Il vescovo Daniele Gianotti, nella chiesa di san Giacomo, ha donato ai presenti una piccola croce con la storia di una vittima e una coperta termica, simbolo della campagna IoAccolgo, da indossare prima della benedizione, come espressione di vicinanza a chi ha perso la vita e a chi continua a migrare. Durante la serata di venerdì, all’Arci di san Bernardino la ginecologa Donatella Albini, membro dell’equipaggio della nave Mare Jonio, ha portato la propria testimonianza, raccontando il dramma di donne, ragazze e bambine (sopra).

 

Condivisione

In segno di amicizia, i richiedenti asilo della Caritas di Vaiano Cremasco hanno giocato a calcio coi ragazzi del paese e condiviso la cena scambiandosi le rispettive specialità culinarie. Ha riscosso molti applausi l’esibizione del coro Elikya, in particolare col canto Shosholoza. Alcune parrocchie del Cremasco, domenica hanno celebrato l’edizione numero 105 della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, invitando un migrante a portare una testimonianza del proprio viaggio e della vita che sta conducendo ora durante la messa principale. In contemporanea tre giovani migranti e un’educatrice di Caritas di Crema hanno partecipato alla messa del Papa in piazza san Pietro a Roma.

 

Farsi prossimi a chi soffre

“Al di là della partecipazione in termini numerici – tiene a evidenziare Claudio Dagheti, direttore di Caritas Crema – ciò che ritengo significativo e prezioso sono le sensazioni espresse dalle persone che hanno vissuto l’esperienza di Sconfinati, che ha toccato nel profondo, lasciando nessuno indifferente; e il momento di preghiera di giovedì, con tanti dei presenti che han lasciato a fatica la chiesa, tanto è stato il coinvolgimento. Obiettivo della settimana non era convincere le persone pro o contro l’accoglienza dei migranti. In gioco, come indicato da papa Francesco, c’è la società che immaginiamo e desideriamo per nostri figli. Come Chiesa credo importante immaginarsi una società ancora capace di commuoversi e di farsi prossima a chi soffre, al di là dei motivi per cui soffre o della sua provenienza. E sono convinto che l’esperienza di Sconfinati e la il momento di preghiera siano stati un piccolo contributo nel declinare in concreto nella nostra vita i 4 verbi del Papa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”.

1019