04-10-2019 ore 15:31 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un fatto d’ambiente. Il Cremasco è terra di conquiste amorose per lo Svasso maggiore

La stagione riproduttiva dello Svasso maggiore (Podiceps cristatus) volge al termine. Anche nel cremasco presso le cave a lago dismesse e rinaturalizzate di Ripalta Arpina, a Crema, in frazione santa Maria delle Croce e via Visconti, nell’ex cava del bosco laghetto di Sergnano, nel laghetto dei riflessi a Ricengo e nelle ex cave di argilla in località Casaletto di sopra, da alcuni anni, questa particolare specie fa notare la sua rarefatta presenza nell’ordine di due coppie, a volte tre, in uno di questi ambiti.

 

Il corteggiamento

Solo di recente che si può accertare anche la loro nidificazione. Che avviene dopo complessi cerimoniali nuziali e di corteggiamento, durante il quale le piume del capo si allargano a formare una specie di cappello a ventaglio o cresta (cristatus), molto colorata. I colli, protesi in avanti, si intrecciano continuamente mentre il maschio porge regalie alla femmina sottoforma di alghe ed erbe affioranti. Lo svasso maggiore trascorre gran parte del proprio tempo in acqua, torna a terra solo in caso di estrema necessità. In Italia è nidificante estivo e residente, migratore e svernante. In apnea, caccia piccoli pesci, invertebrati e vari molluschi che cattura anche a notevole profondità nelle acque ferme di stagni, laghi e cave.

 

La nascita dei piccoli

Pur preferendo nidificare in presenza di canne palustri, Phragmites australis, nelle cave a lago del cremasco, in loro mancanza cela il proprio nido dentro cavità di alberi affioranti o avvallamenti tra i cespugli, vicinissimi all’acqua se non addirittura galleggianti. I piccoli, nati nei mesi estivi, solitamente mai più di tre, presentano vistose striature nere su fondo bianco e vengono portati a spasso sul dorso dai genitori dove, oltre al passeggio e cullati dal movimento dell’acqua, attendono l’imbeccata che uno dei due adulti alternativamente porge loro. Nutriti con piccoli pesci lasciano la compagnia dei genitori dopo circa quaranta giorni, pronti alla loro prima apnea.

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