04-10-2018 ore 15:28 | Rubriche - Costume e società
di Giancarlo Alviani

Questione di gradimento. Netflix e il cinema 3.0, così le sale rischiano di scomparire

Prima c’era il gusto di chiudersi nell’intimità di una sala cinematografica, mollemente adagiati su poltrone a mangiucchiare senza troppa cura leccornie esterofile, gustandosi la visione di un film con la compagnia di persone lì per condividere una scelta e un’esperienza. La sala nel ruolo di finestra sul sistema di diffusione delle opere filmiche. L’amplificatore delle potenzialità commerciali del successo di un film. Poi è arrivato il cinema “da un’altra parte”. Quello portato da internet che si può riprodurre a casa o per strada quando si desidera e a qualsiasi ora. Quello che ti inietti da solo, per capirci. Il rito collettivo dello stare insieme per vedere, solo ad un certo orario e su un enorme telo, la magia delle forme che prendono vita è mutato nella fruizione in solitaria di un monitor elettrico.

 

Le nuove major: Netflix e Amazon

Ora è il tempo, per un film prodotto per il cinema, delle uscite contestuali sala-streaming. Vuol dire accettare che i festival e le sale diventino solo un passaggio tecnico, finalizzato esclusivamente alla promozione delle offerte in streaming. Al bel film di Alfonso Cuarón, vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, sarà di fatto impedito di incontrare un largo pubblico nelle sale cinematografiche. Il film è prodotto dal nuovo colosso cinematografico Netflix. Così si chiama quel canale digitale degli amanti del cinema che non dà il suo assenso alle dilatate distribuzioni tradizionali in sala. Il nuovo colosso produttivo, il cui diretto competitor è Amazon, ha iniziato ad infondere enormi risorse nella realizzazione di pellicole per il cinema da inserire però nei propri listini in abbonamento. Netflix ha 125 milioni di abbonati e guadagna solo ed esclusivamente da questi.

 

Cannes e Venezia

Le Associazioni che rappresentano la quasi totalità delle sale cinematografiche italiane e le imprese del settore di tutti i principali mercati mondiali restano convinte che la visione di un film concepito per il grande pubblico debba avvenire prioritariamente su grande schermo, in una sala cinematografica. A maggio, al Festival di Cannes, i film Netflix sono stati banditi. A Venezia, a settembre, un film Netflix vince il Leone d’oro. Perché un festival non premia "il miglior film che esce in sala" ma il miglior film e basta. Anche se, così facendo, è un po’ come scegliere di mangiare da McDonald’s lamentandosi però che non ci siano i camerieri.

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