04-10-2012 ore 12:43 | Rubriche - Storia delle religioni
di don Emilio Lingiardi

Loreto, 4 ottobre 1962. Papa Giovanni XXIII pellegrino alla Santa Casa, per invocare luce sull’imminente apertura del Concilio. Il ricordo commosso dell’arcivescovo Capovilla

Accompagniamo il pellegrinaggio del Papa a Loreto con un’intervista che ci ha rilasciato da Cà Maitino in Sotto il Monte l’arcivescovo monsignore Loris Francesco Capovilla, segretario di papa Giovanni XXIII e testimone oculare dell’evento verificatosi esattamente 50 anni or sono.

Come è iniziata la giornata di giovedì 4 ottobre 1962?
”Quando le luci si accesero in Vaticano, era notte ancora. Celebrata la messa nella cappella domestica il Pio Pellegrino, sereno e raccolto come sempre, si mise in viaggio, attivando per la prima volta, per un convoglio di viaggiatori, la stazione ferroviaria della città del Vaticano. Nonostante la malattia che lo attanagliava, l’occhio apparve vivissimo, il sorriso disegnato sul volto pallido, il passo spedito, la parola calda e suadente”.

Qual è stata la reazione della gente?
“Il transito dalla stazione Ostiense, dove sul treno papale salì la missione del governo italiano, poi da Orte, Terni, Spoleto, Foligno, Falconara, Ancona accanto a villaggi e cascinali, a complessi industriali e distese di campi, sollevò e diffuse un’onda di entusiasmo indescrivibile. Nelle stazioni il convoglio veniva letteralmente abbracciato dalla folla, fusa insieme, senza alcun protocollo, in un palpito solo, tanto da suscitare una serie di domande riconducibili ad una sola, espressa a cardinali e vescovi, magistrature delle Stato, presidente della Repubblica Antonio Segni, presidente del Consiglio Amintore Fanfani, clero e laicato: “è questa l’Italia? Sì, questa è l’Italia questa è la sua gente”.

Ricorda un fatto particolare di quel viaggio?
"Una pagina di fioretti francescani alla stazione di Foligno, al rientro da Loreto: la scena che si presenta è impressionante. La scena: stazione imbandierata con vessilli italiani e vaticani, letteralmente gremita, folla allineata per lunghi tratti oltre le banchine, gruppi fin sui tetti. Gli applausi cessano di colpo per dar luogo ad un religioso silenzio quando si ode la voce del Papa: “figlioli miei per la strada si va e si torna; ma questo ritorno a Foligno è veramente trionfale. Si dice che il mondo invecchia ma non invecchia affatto. Cristo lo ringiovanisce e la Madonna lo vigila, la Madonna venerata a Loreto dove lo spettacolo è stato veramente indimenticabile”.

Qual è stato lo scopo del suo pellegrinaggio?
"Il vescovo di Roma, mettendosi in viaggio all’antivigilia del Concilio, offriva ai vescovi di tutte le nazioni l’auspicio di buon cammino e buon lavoro: sembrò che il Concilio venisse incontro agli uomini del secolo ventesimo, disorientati e spaventati proponendo loro l’itinerario della pace. Gli uomini amano ritrovarsi insieme ed uniti e gradiscono l’apertura di cuore di un padre sollecito che si offre al servizio della famiglia umana con i contrassegni del buon pastore".

Il messaggio venne compreso?
"Tutti compresero che quel pellegrinaggio consegnava agli archivi le controversie del passato; compresero che la vita cristiana deve modellarsi sulle esperienze della famiglia di Nazareth: “se ben si riflette, tutte le gravi questioni dell’umanità possono trovare soluzioni in quanto avvenne nella Santa Casa; e le nostre attività per il necessario progresso acquistano valore immenso nel ricordo di Maria, della sua umiltà, per cui tutte le genti l’acclamano Beata”.
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