“La plastica delle bottiglie rilascia sostanze tossiche, anche in assenza di fonti di calore. In un solo litro di acqua in bottiglia di plastica si trovano circa cinque milioni di microplastiche”. Ospite della conviviale del Rotary club Crema, Federico Balestrieri ha presentato i risultati di uno studio dell’Università di Catania, che ha stimato per la prima volta la dose giornaliera di microplastiche ingerite attraverso il consumo di acqua minerale imbottigliata in PET: oltre 1,5 milioni di particelle per chilo di peso corporeo al giorno negli adulti e più di 3,3 milioni per chilo nei bambini. Particelle con dimensioni inferiori ai 10 micron.
I numeri
Il medico, membro del comitato scientifico nazionale dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde), è stato invitato dal presidente Antonio Grassi a intervenire sul tema Microplastiche e salute. I numeri sulla plastica sono impressionanti: 390 milioni di tonnellate prodotte ogni anno, per un totale di circa 8 miliardi di tonnellate già presenti sulla Terra. Il tempo di degradazione può arrivare fino a mille anni. Il bilancio quotidiano è altrettanto significativo: circa 100.000 microplastiche vengono ingerite ogni giorno da una persona tramite alimenti, aria e acqua. E i rifiuti? Solo il 9 per cento viene riciclato, il 12 per cento incenerito, mentre il restante 79 per cento finisce in discarica o disperso nell’ambiente naturale.
Great Pacific Garbage Patch
“Se le attuali tendenze continueranno – ha avvertito Balestreri – entro il 2050 si stima che 12 miliardi di tonnellate di plastica saranno accumulate in discarica”. Durissima anche la denuncia nei confronti dell’industria: “I produttori di plastica sanno da oltre trent’anni che il riciclaggio non è una soluzione economicamente e tecnicamente fattibile per la gestione dei rifiuti di plastica”. Tra i dati più impressionanti citati dal medico, quello relativo alla Great Pacific Garbage Patch, la più grande isola di plastica galleggiante nell’Oceano Pacifico: 617.000 miglia quadrate di estensione, più grande di Francia, Germania e Spagna messe insieme.
Nanoplastiche
Secondo Balestrieri è molto importante diffondere la conoscenza sui danni provocati dalle nanoplastiche, ancora più piccole delle microplastiche: “Hanno le dimensioni di un virus e studi recenti hanno rilevato la loro presenza nel 90% del sale da cucina in commercio”. Il relatore ha chiuso sulle patologie derivate dall’ingestione delle micro e nanoplastiche. L’elenco è lungo. È necessario agire e non limitarsi a fingere che vada tutto bene.