03-07-2022 ore 15:33 | Rubriche - Medicina e salute
di Alessia Silvani

Lavoro. Dal Ministero della salute i consigli per combattere il caldo e lo stress termico

Il caldo dei mesi estivi ha da sempre effetti sulla salute di ciascuno di noi. E' stato pubblicato anche quest'anno l'opuscolo Estate sicura, caldo e lavoro, guida breve per i lavoratori a cura del Ministero della salute e di Inail. “Gli infortuni sul lavoro – spiegano gli autori - possono essere correlati alle ondate di calore. Le elevate temperature possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e quindi aumentare il rischio di infortuni. Le modalità di infortunio più frequenti sono: incidenti di trasporto, scivolamenti e cadute, contatto con oggetti o attrezzature, ferite, lacerazioni e amputazioni”. Tra le patologie associate ad alte temperature ambientali si ricordano: “colpo di sole (rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre, cefalea), all’effetto dell’eccessiva esposizione ai raggi solari si aggiungono gli effetti del surriscaldamento e della disidratazione; crampi da calore (spasmi dolorosi alle gambe e all’addome, sudorazione); esaurimento da calore (abbondante sudorazione, astenia, cute pallida e fredda, polso debole, temperatura normale); colpo di calore (temperatura corporea superiore a 40 gradi, pelle secca e calda, polso rapido e respiro frequente, stato confusionale, deliri o convulsioni, possibile perdita di coscienza).

 

Stress termico

Secondo le indicazioni riportate: “lo stress termico si verifica quando il sistema di termoregolazione dell’organismo fallisce. La temperatura dell’aria, il ritmo di lavoro intenso, la ventilazione, l’umidità, gli indumenti da lavoro, sono tutti fattori che possono concorrere ad aumentare il rischio. Inoltre, l’esposizione simultanea agli inquinanti atmosferici urbani, in particolare all’ozono, potenzia gli effetti delle alte temperature. Nel luogo di lavoro il rischio di stress termico potrebbe non essere evidente. Il corpo reagisce al caldo aumentando il flusso sanguigno cutaneo e attraverso la sudorazione. L’aumento del flusso sanguigno e l’evaporazione cutanea permettono al corpo di raffreddarsi. Un lavoratore che indossa indumenti da lavoro protettivi ed esegue lavori pesanti in condizioni di caldo e umidità è a rischio di stress termico”.

 

Fattori di rischio

Tra i fattori di rischio a livello individuale spiccano obesità o eccessiva magrezza, l'età superiore a 65 anni ed il sesso (sono più esposte al rischio le donne), la presenza di patologie croniche (Bpco, diabete, cardiopatie, malattie neurologiche; assunzione di alcolici; assunzione di alcuni farmaci; gravidanza; alterazione dei meccanismi fisiologici di termoregolazione; scarso riposo notturno. Tra i fattori di rischio legati all'ambiente di lavoro si annoverano: lavoro con esposizione diretta al sole; scarso consumo di liquidi o impossibilità di procurarsi da bere; lavoro fisico pesante; ritmo di lavoro intenso; pause di recupero insufficienti; abbigliamento protettivo pesante o equipaggiamento ingombrante. Le categorie di lavoratori più a rischio appartengono ai settori dell'agricoltura, silvicoltura e pesca; costruzioni; elettricità, gas e acqua; industrie all’aperto; trasporti. Categorie più a rischio sono: operai addetti a trasporto e produzione di materiali, addetti a macchinari e utensili, occupati all’aperto (manovratori, installatori, asfaltatori, cantonieri stradali, cavatori, edili, agricoltori, addetti alla pesca).

 

Cosa fare in caso di colpo di calore

In caso di colpo di calore si consiglia di “chiamare subito l’addetto al primo soccorso e il 118. Assistere il lavoratore fino all’arrivo dei soccorsi: posizionarlo all’ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea, mantenendolo in assoluto riposo; slacciare o togliere gli abiti; misurare la temperatura corporea; cercare di raffreddare rapidamente il corpo, se è possibile, avvolgendolo in un lenzuolo bagnato e ventilandolo o, in alternativa, raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca non fredda, in particolare su fronte, nuca ed estremità, ventilando e spruzzando acqua sul corpo”.

 

Suggerimenti per il lavoratore

Per prevenire situazioni di rischio, al lavoratore si consiglia di contrastare il pericolo di disidratazione con acqua fresca, da bere a prescindere dallo stimolo della sete. Durante una moderata attività in condizioni moderatamente calde bere circa 1 bicchiere ogni 15 - 20 minuti. Indossare abiti leggeri di cotone, traspiranti, di colore chiaro, comodi, adoperando un copricapo (non lavorare a pelle nuda). Rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca, informarsi sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle procedure di emergenza, lavorare nelle zone meno esposte al sole, ridurre il ritmo di lavoro anche attraverso l’utilizzo di ausili meccanici, fare interruzioni e riposarsi in luoghi freschi, evitare di lavorare da soli”.

 

Suggerimenti per il datore di lavoro

Al datore di lavoro è invece consigliato di “consultare il bollettino di previsione e allarme per la propria città (clicca qui); nei giorni a elevato rischio ridurre l’attività lavorativa nelle ore più calde (dalle 14 alle 17) e programmare le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata; garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro; inserire un programma di acclimatamento graduale e prevedere un programma di turnazione per limitare l’esposizione dei lavoratori; aumentare la frequenza delle pause di recupero, invitare i lavoratori a rispettarle; ove possibile mettere a disposizione dei lavoratori luoghi climatizzati in cui trascorrere le pause di interruzione del lavoro; mettere a disposizione idonei dispositivi di protezione individuali (dpi) e indumenti protettivi; prima dell’estate informare e formare i lavoratori sui rischi correlati al caldo; promuovere un reciproco controllo tra lavoratori. Per i lavoratori più suscettibili allo stress termico potrebbe essere necessario il consiglio di uno specialista in medicina del lavoro”.

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