02-11-2020 ore 13:31 | Rubriche - Costume e società
di Sara Valle

Coprogettazione. Il Covid cambia il lavoro sociale di comunità: il segreto è fare rete

“L’azione di progettazione sociale, dapprima definita su base territoriale e divisa per quartieri, cerca in quest’ultimo periodo di fare rete, condividere esperienze, per intercettare e rispondere a bisogni comuni a tutta la città”. Come spiega l'equipe educatori del programma tre della coprogettazione tra Comune di Crema ed ats Impronte sociali: “Il lockdown ha imposto un ripensamento del lavoro sociale di comunità, facendo emergere esigenze omogenee e trasversali”. Per questo si è resa necessaria una rivisitazione dei progetti. “Sono emerse numerose richieste d’ascolto e la necessità di raccontarsi”.

 

Il patto di comunità

“Abbiamo creato il patto di comunità Ancora più uniti dopo il lockdown, sorto con l’obiettivo di far emergere esperienze di aiuto ed accoglienza durante la fase dell’emergenza. Un’occasione per dare forma al ‘fare rete’ di domani, raccontando con la penna ciò che è stato”. Sono, previste tre azioni: la prima di narrazione, condotta da una psicologa di comunità, la seconda di scrittura, in collaborazione con il Centro Ricerca Galmozzi, la terza di coinvolgimento della cittadinanza con l’organizzazione di un evento culturale dedicato alla cura all’interno del prossimo Festival dei diritti. Saranno protagonisti i singoli, ma soprattutto le realtà associative in prima linea nella fase emergenziale. “L’emergenza ha consentito la nascita di nuove collaborazioni, oltre che la scoperta di fenomeni di solidarietà prima sconosciuti”.

 

Partecipare per includere

Le equipe integrate, composte da operatori pubblici e del terzo settore, educatori professionali ed assistenti sociali, cercano, soprattutto in questo periodo di “estendere le esperienze virtuose a tutta la collettività”. Si vuole ancor di più fare rete. Cambia l’approccio, ma non l’obiettivo ultimo: “L’esperienza della coprogettazione, in particolare quella avviata dal 2018, ha favorito il sorgere di una nuova concezione di welfare”, che fa del lavoro di comunità l’elemento strategico del servizio caratterizzato da azioni di accoglienza, ascolto, conoscenza, vicinanza volte a valorizzare i destinatari. Le persone diventano risorsa: “Sono parte attiva di un processo di comunità che consente loro di crescere nel bisogno, di partecipare per soddisfare la richiesta e di vivere attivamente il proprio contesto di appartenenza”. L’operatore sociale non è lasciato solo nella risoluzione di problemi sociali. Ha il compito di “valorizzare i diversi soggetti della comunità in una logica di inclusione di tutte le fragilità (minori, anziani, disabili, stranieri)”.

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