01-08-2022 ore 20:09 | Rubriche - Costume e società
di Gloria Giavaldi

La curva di un sorriso è questione di un attimo. A Crema in partenza il corso di clownterapia

Un pappagallo parlante appoggiato sul tavolo di un bar, i colori addosso, il naso rosso appeso al collo. E il sorriso, che non manca mai. Si sono fatti trovare così nei giorni scorsi Tazzi, Zmbua e Cipi, al secolo Alberto Dossena, Angela Buscaino e Chiara Memelli, i volontari clown della sezione cremasca di Vip Italia (Viviamo in positivo). In piazza Duomo volevano “raccontare il loro modo di essere leggeri, o meglio di portare leggerezza un attimo per volta”. Per accorgersi è bastato alzare lo sguardo. “Non esiste un modo giusto o sbagliato per essere clown. Ognuno è clown a modo proprio. E lo scopre un po' per volta”. Tutto prende avvio da un corso base, che partirà anche a Crema presso l'oratorio di santa Maria da venerdì 21 ottobre a domenica 23 ottobre. È previsto un costo una tantum di partecipazione pari a 165 euro. La federazione prevede contributi totali o parziali a copertura del costo, in caso di comprovate situazioni di necessità. L'attività è preceduta da un colloquio iniziale per conoscere le motivazioni e le aspettative di ogni aspirante clown, in programma sabato 3 settembre dalle 9 alle 18 in via Battisti 12 a Crema . Sono disponibili 20 posti. Possono partecipare solo persone maggiorenni. “Il corso mira a fornire le nozioni base e le norme igienico sanitarie, oltre a favorire un lavoro di scoperta di sé e a rappresentare una prima occasione per fare gruppo. Perché possiamo far stare bene l'altro se stiamo bene con noi stessi e stiamo bene insieme agli altri”.

 

Essere clown

La clownterapia abbraccia le fragilità, in ogni luogo. Dagli ospedali, alle case di riposo, passando per associazioni o “in ogni luogo e in ogni momento”. Ogni volta “in modo diverso”. Perché un clown è sempre un clown. “Colleziona attimi, è focalizzato sul presente, fa vivere il presente a ciascuno, si pone come facilitatore emotivo” E, quando sbaglia, goffo e fallibile come si ritrova, “continua”. A colpi di risate, “pur con il rispetto che ogni situazione richiede”. Che ogni persona merita. “Ci rivolgiamo a tutte quelle persone che sanno che ridere è una cosa seria”. A tutti coloro che vogliono “riscoprire il loro bambino interiore, far emergere la loro parte più vera, più pulita”. Alberto Dossena fa una pausa. “Forse sto dicendo troppe cavolate, ma va bene, sono un clown: il pirla per eccellenza. La verità è che certe cose le senti addosso”. Angela prova a dare forma a tutto questo con le parole: “quando entri in una stanza l'umore si respira. Anzi, è epidermico, penetra sottopelle. E capisci se puoi fare gag, creare un dialogo o regalare silenzio. Non decidiamo noi, decide la persona alla quale ci rivolgiamo e il contesto che la circonda. La finalità ultima di ogni proposta è valorizzare la persona, conferirle dignità, anche nel rifiuto. Fino all'ultimo istante”. Perchè c'è vita in ogni istante. “Quando varchiamo la soglia di un hospice e capiamo che la persona lo desidera balliamo e cantiamo con lei. Semplicemente, viviamo. Se, invece, non vuole non ci ostiniamo. Non dobbiamo convincerla, dobbiamo creare empatia, tener conto di un dialogo, di una connessione tra cuori”.

 

Oltre gli inciampi della vita

Una è irriverente, “come un bacio rumoroso”, l'altro è instancabile. E poi c'è Cipi, giunta da un paio d'anni “per mettersi in gioco”. “Sono coraggiosa”. Per gli altri è diretta. In pratica, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Tutti, però, coltivano felicità. “Mi è sempre piaciuto aiutare le persone – riprende Chiara, la più giovane del gruppo - e quindi eccomi qui”. Gioco, musica, magia sono alcuni dei trucchi per far sorridere che ha appreso durante gli allenamenti con i suoi compagni, poi c'è l'esperienza diretta durante i servizi, “che è un'altra cosa”. “Dopo il corso base, organizziamo due allenamenti al mese e due servizi al mese. La formazione è continua perché non si finisce mai di essere clown, né di scoprire il proprio personaggio” chiarisce Angela. Una formazione specifica è prevista per coloro che operano in ambito oncologico e in ambito carcerario. “In quest'ultimo caso stimoliamo una riflessione sul concetto di colpa. Perché il clown sbaglia, è fallibile, ma continua. Non ha memoria. Senza alcun giudizio, aiutiamo le persone a ritrovare il desiderio di vivere da protagonisti. Oltre gli sbagli”. Perché oltre gli inciampi, di qualsiasi natura siano, c'è la vita. “ E se la vivi sorridendo, attimo per attimo, viene meglio”. Nel dubbio, basta guardarli.

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