01-08-2018 ore 19:15 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Fatto di ambiente. Riolta Magra, anche il cremasco ha la sua piccola isola di Wight

Nascosta da ripe sabbiose e cortine di alberi, ispiratrice di pensieri profondi ‘l’isola di Wight’ cremasca si presenta in tutta la sua bellezza. Posta al centro di un tratto del fiume Serio poco lontano da Ripalta Vecchia, in dialetto Riolta Magra. In pochi l’avranno notata, essendo nel mezzo di un’ampia ansa del fiume e soprattutto all’interno di una pregevole ed estesa area faunistico venatoria in cui vige il divieto di passaggio.

 

Il Marzale e la scala santa

La circonda il lento scorrere del fiume, il cui carattere torrentizio a volte la sommerge. Il suolo formato da ghiaie levigate dalla forza dell’acqua con vegetazione spontanea e tronchi erosi, creano un microambiente di grande interesse. Raggiungerla via terra richiede un’autorizzazione della proprietà. Nei pressi possiamo sempre visitare luoghi altrettanto unici ed importanti. Edifici storici di culto come la famosa chiesetta santuario del Marzale con la scala santa e altri scorci più paesaggistici e naturalistici. La via che porta da Crema a Ripalta Arpina, passando per Ripalta Vecchia è un’arteria stradale stretta e tortuosa, molto conosciuta e frequentata dai cremaschi che spesso la percorrono in sella ad una bici.

 

Ampie distese coltivate ed una cava

Una via cicloturistica naturale ben ombreggiata. Due importanti rogge l’affiancano, la roggia Archetta Pallavicina e la roggia Borromea. Le frequenti e rovinose piene del fiume Serio attorno al XV secolo hanno scavato, plasmato e modellato il paesaggio agricolo circostante fino alla bonifica finale dell’intera valle avvenuta attorno al XX secolo con la valle relitta del Serio morto a sinistra ed il recente corso del fiume Serio a destra. La strada, che si snoda fino a Ripalta Arpina, presenta degli affacci attrezzati che guardano panoramicamente la valle sottostante mostrando ampie distese coltivate ed una cava dismessa sulle cui acque veleggiano indisturbati tuffetti e svassi maggiori.


Uccelli acquatici, anatre e cormorani

Una stradina campestre prima di giungere alla cava porta ad un ossario dedicato ai caduti in combattimento di soldati cremaschi, milanesi e cremonesi il 5 giugno del 1139. Il limitare della piccola e fantasiosa ‘isola di wight’ ospita uccelli acquatici, anatre e cormorani e una coppia di corrieri piccoli (accanto nella foto di Giovanni Moretti); luogo ideale per il loro non nido. Sì, perché le uova vengono deposte sulla nuda terra nel mezzo di sassi dello stesso colore e dimensione. La riva del fiume posta a ovest ospita nidi di gruccione. Profondi buchi scavati nella parte di terreno più argilloso qualche metro sopra il livello dell’acqua. Dalle cime più alte dei pioppi e delle robinie si sente il canto melodioso del rigogolo, vederlo è quasi impossibile, schivo e costantemente nascosto tra i rami più folti.

 

Contrasti multicolore

I campi coltivati a cereali presentano in alcune parti fioriture spontanee e fiori di camomilla e papaveri, scomparsi totalmente i celesti fiordaliso, mentre libellule e farfalle passano di fiore in fiore. Il paesaggio agricolo prevalente si sviluppa su diversi piani terrazzati più bassi rispetto al piano stradale evidenziando, visti dall’alto, forme, solchi e contrasti multicolore delle diverse coltivazioni in atto. Stessa cosa vale per ‘le lanche’ brevi paleo meandri con la caratteristica forma a ferro di cavallo ancora presenti all’interno della riserva faunistico venatoria che nel periodo estivo vengono ricoperti dalle grandi e lucide foglie dalle quali emerge il fiore giallo del nannufero (foto a lato di Alvaro Dellera).


Messaggio indimenticabile

L’armonia quasi scomposta a volte disordinata delle sue altimetrie, ma energica, che il luogo trasmette, hanno l’effetto di rendere quel breve tratto d’ambiente e quell’isola fluviale che pian piano lasciamo alle spalle, un immaginifico ricordo di quell’altra isola, ma soprattutto di quella indimenticabile musica degli anni settanta e quell’intramontabile messaggio, tutt’ora inascoltato, intonato a gran voce da migliaia di uomini e donne, figli e figlie dei fiori, a Wight.

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