31-10-2022 ore 17:33 | Politica - Roma
di Andrea Galvani

Consiglio dei ministri: decreto unico su rave party e Covid19. Mascherine in ospedali ed Rsa

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge con misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo con la riforma del processo penale, di obblighi di vaccinazione anti Sars-Cov-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali. Il primo ministro Giorgia Meloni ha illustrato i provvedimenti nel corso di una conferenza stampa.

 

Obbligo mascherine

A partire da domani, primo novembre, decade l’obbligo vaccinale contro il Covid 19 per i medici e le professioni sanitarie. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sostenuto come “il quadro epidemiologico sia mutato, l’impatto sugli ospedali sia limitato, vi sia una stabilizzazione del tasso di occupazione dei posti letto e della terapia intensiva”. Va aggiunto “il problema della grave carenza del personale sanitario, che deriva da una programmazione sbagliata negli ultimi 10 anni, con costante ricorso a medici extra comunitari o a gettone (con compensi molto maggiori rispetto ai dipendenti statali)”. Il ministro ha ribadito “l’importanza dei vaccini nel contrasto del Covid” e ha espresso un ringraziamento ai medici per quanto fatto durante questi anni, spesso pagando pesanti tributi in termini di malattia o decessi. Confermato l’obbligo di indossare la mascherina nelle Rsa e all’interno delle strutture ospedaliere.

 

Rave party

Il governo ha deciso che in caso di raduni illegali, “dal quale possa derivare un pericolo per l'ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica”, si procederà con la confisca degli oggetti utilizzati durante l’occupazione abusiva degli spazi, con la reclusione da 3 a 5 anni e multe da 1.000 a 10.000 euro. Misure che potranno essere adottate nei confronti di chi organizza illegalmente rave party.

 

Giustizia

Il decreto contiene “norme urgenti” in materia di Giustizia. Spicca il rinvio dell’entrata in vigore della riforma penale e dell’ergastolo ostativo. Slitta quindi al 30 dicembre l’attuazione della riforma Cartabia perché, avendo più tempo, si conta di “poter garantire le migliori condizioni per la piena attuazione della riforma, nel rispetto scadenze Pnrr”. Parlando del carcere ostativo e del giro di vite sui benefici penitenziari per chi non collabora con la Giustizia, il premier Meloni l’ha definito “un provvedimento simbolico. Sono fiera del fatto che il primo Consiglio dei ministri contenga una norma che va in questo senso”.

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