31-01-2020 ore 19:50 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Case popolari, il Comune replica al M5s: “Pagina squallida e irresponsabile”

“Evasori. Bubbone. Possono ma non pagano”. Secondo l’amministrazione comunale “strumentalizzare la morosità nelle case popolari per guadagnarsi i titoli in prima pagina come ha nuovamente fatto il consigliere del Movimento 5 stelle, Manuel Draghetti, è un'azione squallida e irresponsabile, che non meriterebbe nemmeno replica se in gioco non ci fossero persone e famiglie spesso portatrici di fragilità sociali ed economiche, che mai dovrebbero essere trattate come freddi numeri”.

 

Strumentalizzazioni”

Riferendosi ad una nota stampa (in allegato) e quindi all’intervento in consiglio comunale dell’esponente dei Cinque stelle, l’amministrazione comunale “invita a evitare strumentalizzazioni, cliché fatti di “boom”, “caos”, “scandalo”, narrazioni semplificate e presuntuose, che senza batter ciglio osano metter mano nelle tasche di famiglie di cui non si sa nulla, i cui casi di morosità, anche quando non qualificabile come puramente "incolpevole", nulla hanno a che fare con il concetto di “evasione. Usare a cuor leggero questo linguaggio irrispettoso – si legge in una nota stampa del Comune di Crema - quando ci si accosta a queste situazioni è segno sempre di superficialità. Ancor più grave quando si tratta di un consigliere, il quale non solo ha il diritto, ma anche il dovere di conoscere prima di parlare, tanto più che operatori sociali, della ragioneria, della mediazione abitativa (che il consigliere evidentemente non conosce) potrebbero offrire informazioni più rispondenti ai fatti”.

 

I numeri

Arrivando ai numeri, per il Comune “è pretestuoso continuare a parlare di 600 mila euro di "buco" di affitti non pagati, quando sono già state dedotte le somme cosiddette "inesigibili", perché riferite a inquilini “sloggiati” (persone che non occupano più gli alloggi), i cui debiti si sono stratificati in circa 20 anni. L’ultimo aggiornamento si attesta a 466 mila euro e si attendono i dati definitivi. Errato anche sostenere che ad essere inesigibili siano 175 mila euro: di questi, 90 mila sono stati prodotti in anni lontani dal periodo attuale e non sono più recuperabili; altri 85 mila euro riferiti ad anni più recenti sono stati addebitati a bilancio proprio per procedere alla riscossione coattiva. Dire poi che la cifra assoluta degli affitti non pagati sia “colpa della giunta” è sinonimo di ignoranza o malafede: si tratta dell’esito di approcci e procedure di gestioni, comunali e di Aler, assai più datate, peraltro riferite anche agli anni più drammatici della crisi”.

 

La situazione odierna

Riferendosi al contesto attuale, “nella cornice della nuova convenzione, cui si sta lavorando, il Comune di Crema intende inserire nuove regole più stringenti, sia per il recupero affitti non pagati, sia per il via libera alle procedure di sfratto nei casi di morosità colpevole”. Al tempo stesso il Comune “ha già chiesto ad Aler di fornire gli stessi dati sui crediti degli sloggiati degli ultimi tre anni, così da procedere nello stesso modo. Nel 2018/2019 sono stati aiutati 89 nuclei familiari assegnatari di alloggi SAP con un contributo comunale di solidarietà di 55 mila euro e altri 51 nuclei hanno beneficiato del contributo regionale per un valore complessivo di 49.500 euro. Segno che la casistica sociale in questi alloggi non è peregrina e merita rispetto, non frasi ad effetto e generalizzazioni. Sorprende la semplicità con cui si sostiene che 160 nuclei “possono ma non pagano”: sulla base di quale conoscenza precisa il consigliere Draghetti lo sostiene? Per pura esclusione da coloro che hanno risposto alle 300 lettere? Significa che non ha compreso i criteri né approfondito. Lo invitiamo a fornire delle prove della sua affermazione. Ignorare i fatti è alla base dell’arroganza di cui fa sovente sfoggio”.

 

Malafede”

“Nella riunione di commissione a cui si riferisce Draghetti – commenta l’assessore al Welfare, Michele Gennuso - non ho mai detto che non si doveva parlare della questione affitti: dissi, e ci sono i verbali, che ero disponibile per la mia parte a parlarne, tralasciando il fatto che concerne anche altri assessorati, ma invitavo tutti, non solo lui, ad essere molto accorti e sensibili perché all’interno delle case popolari vivono molto spesso persone fragili e quindi si può cadere, come purtroppo avvenuto, nella generalizzazione, senza considerare le fragilità economiche, psicologiche, anche gli aspetti culturali. Ci leggo molta malafede in quanto è stato scritto e dichiarato dal consigliere e ripreso pigramente da alcuni giornali: il mio era solo un chiaro desiderio di tutelare il più possibile i cittadini che vivono negli alloggi ERP. Con certe uscite si ottiene solo di gettare discredito e sospetti senza prove su questi cittadini. Io avevo più volte ribadito di aspettare dei dati più chiari e definiti, non abbiamo nulla da nascondere in merito alla gestione dei complessi ERP”.

 

Iniziative concrete

“Per quanto riguarda la morosità, ancora oggi stiamo aspettando il rendiconto in genere consegnato da Aler in marzo/aprile: questo rendiconto misurerà le risorse che abbiamo recuperato, con i fondi di solidarietà comunale e regionale, destinati appositamente. Le cifre sono diverse, ma sarebbe stato sbagliato anticiparle senza la documentazione. Draghetti insiste a commentare su dati vecchi. Va sottolineato, inoltre, che nessuno mai aveva fatto ciò che abbiamo fatto noi, cioè lavorare indefessamente per avere contezza e certezza del fenomeno. Questa amministrazione è la prima della storia ad aver aperto seriamente questa scatola e a lavorare su più fronti contemporaneamente: aiutare le famiglie in difficoltà con fondi nostri e regionali; scrivere nuove regole valide da qui in avanti; puntare sugli sportelli di mediazione abitativa per evitare che certe situazioni peggiorino nel tempo, effettuare periodici sopralluoghi con Aler, i Servizi Sociali e la Polizia Locale nei vari complessi; realizzare attività di socializzazione. Sulla morosità abbiamo lavorato e stiamo lavorando: continuare a dire che non si è fatto nulla è scorretto, generalizza e offende le persone che vivono nelle case popolari”.

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