30-05-2025 ore 20:50 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Comunità di pianura, l'area omogenea del cremasco è un modello apripista in Lombardia

Per l’amministratore delegato di Consorzio informatica e territorio si tratta di un "passo importante verso il riconoscimento delle comunità di pianura. Il modello cremasco fa da apripista sperimentale: avanti”. Bruno Garatti si riferisce alla risoluzione firmata da Giovanni Malanchini e Marco Bestetti, rispettivamente presidente e vice presidente della commissione speciale autonomia e riordino autonomie locali della Lombardia. Il documento impegna il presidente Fontana e la giunta regionale “ad attivarsi per approfondire la percorribilità di forme innovative di gestione associata, nelle aree di pianura, a partire da quelle già presenti sui territori, che costituiscano esempi replicabili di efficienza ed efficacia”. Inoltre ad “attuare una semplificazione delle modalità e dei criteri di attribuzione dei contributi regionali a favore delle forme associative incentivate dalla regione, al fine di rendere più efficienti e accessibili i processi di gestione associata di servizi e funzioni comunali”.

 

L’asimmetria tra territori di pianura

“La Lombardia è la regione italiana col più elevato numero di Comuni: 1.502, di cui 1.034, corrispondenti al 70% del totale, hanno una popolazione inferiore a 5.000 abitanti”. Nella relazione sulla clausola valutativa della legge 19/2008 (relativa all’esercizio associato di funzioni e servizi comunali per il biennio 2020/2021) emerge l’asimmetria tra territori di pianura, dove l’obbligo associativo ha una modesta copertura a causa del minore dinamismo garantito dalle forme associative e territori montani, nei quali grazie alla presenza delle comunità montane, la copertura dell’obbligo associativo è invece completa”. Va aggiunto che “il contesto associativo lombardo ha registrato negli ultimi anni una significativa contrazione”.

 

L’audizione

Il 22 maggio sono stati auditi in commissione speciale autonomia e riordino delle autonomie locali il presidente di Anci Lombardia e il presidente del Cal e il presidente dell’Area omogenea del cremasco, Gianni Rossoni, che hanno illustrato il modello di supporto integrato agli enti locali della stessa area. La legge regionale 19/2008 (comma 3, art. 19), prevede la possibilità per la regione di disporre di contributi a favore di forme associative intercomunali per l’esercizio associato di funzioni e servizi comunali diverse dalle unioni di comuni lombarde, dalle unione di comuni e dalle comunità montane, attribuendo alla giunta regionale la definizione di condizioni e requisiti per l’accesso ai contributi, nonché la modalità di erogazione e di determinazione delle priorità di finanziamento.

 

Passo importante per il territorio
Come sottolineato dal sindaco Fabio Bergamaschi, “un passo importante che concretizza l'interesse regionale nei confronti dell'esperienza dell’Area omogenea e del suo strumento operativo, Consorzio.it. Si riconosce in buona sostanza che il cremasco ha una specificità organizzativa su base volontaristica e cooperativa tra i comuni, che supera le entità organizzative e istituzionali previste dalla normativa ma che è ugualmente meritevole di tutela e di promozione. Il cremasco in questo caso offre un esempio a livello regionale e sul piano nazionale, come un'esperienza innovativa di condivisione dei servizi e di funzioni associate alla gestione del territorio. Questo passaggio rappresenta un obiettivo politico importante, ma diventa anche l'anticamera e il presupposto di una serie di finanziamenti che sarà più facile intercettare per investimenti sul piano dei servizi e sul piano delle infrastrutture. Come città capo comprensorio, grazie alla grande sintonia tra tutti i sindaci, il passaggio formale che si sta per compiere in regione Lombardia è un motivo di soddisfazione”.
 

Prospettiva interessante
“È un buon passo in avanti" commenta il consigliere regionale Pd, Matteo Piloni: "concretizza l'audizione che abbiamo avuto con Area omogenea, Consorzio.it e Anci Lombardia. Segue l'incontro che abbiamo avuto con l'assessore Sertori. Il modello che stiamo portando avanti vuole provare ad affrontare i problemi degli enti locali, a partire dalla difficoltà di reperire personale. Inoltre l'esigenza di organizzare i servizi in forma associata. Il tutto mantenendo al centro il ruolo dei sindaci che continuano ad avere la titolarità oltre alle funzioni. L'area omogenea cremasca rappresenta per la regione Lombardia un modello da esportare. Per questo bisogna ragionare e concretizzare una normativa che possa inquadrare queste realtà: come ci sono le comunità montane, ci possono essere anche quelle di pianura. Mi sembra una bella cosa: abbiamo portato sul tavolo una proposta concreta, che sta trovando sostegno e che sta trovando spazio. Un bel passo in avanti, molto concreto; apre una prospettiva davvero interessante, che non deve fermarsi a livello regionale ma può diventare anche una bella esperienza a livello nazionale”.


Idea vincente per lo sviluppo del territorio
“La Comunità di pianura - spiega il consigliere regionale della Lega, Riccardo Vitari - si propone come un modello di governance condivisa, in cui enti locali, imprese, associazioni e cittadini collaborano per affrontare le sfide del territorio, dalla gestione del suolo e delle risorse idriche, della mobilità sostenibile, passando per la promozione delle attività produttive e culturali. L’obiettivo è quello di garantire una qualità della vita migliore, valorizzando le tradizioni locali e investendo in soluzioni innovative per il futuro”.