29-11-2020 ore 09:52 | Politica - Dal cremasco
di Sara Valle

Crema e Cremasco verso le amministrative. Socialisti al lavoro per 'rafforzare l'identità'

“La Comunità socialista cremasca, ritiene utile l’avvio di un confronto politico nella nostra zona, partendo dal rilancio dei valori della democrazia e della partecipazione attiva, ridimensionati dagli attuali assetti istituzionali dei Comuni”. In un periodo storico in cui è difficile fare previsioni per il futuro, la Comunità socialista vuole rimboccarsi le maniche in vista delle prossime elezioni amministrative del territorio cremasco: Rivolta d’Adda, Spino d’Adda, Palazzo Pignano, Pianengo, Izano, Cremosano e Campagnola Cremasca nel 2021, Credera Rubbiano e Crema nel 2022.

 

Rafforzare l'identità socialista

“Nei Comuni inferiori ai 15000 abitanti – spiega Virginio Venturelli - ci adopereremo per la formazione di coalizioni rappresentanti le diverse sensibilità del centrosinistra, con una spiccata condivisione degli indirizzi strategici del territorio, come preambolo delle scelte amministrative locali e prima di ogni discussione sui candidati sindaci”. A Crema, invece, “miriamo alla presentazione di una lista espressamente di area socialista, cui potremmo rinunciare solo a fronte di rilevanti novità, comunque rispettose e riconoscenti la nostra storica identità”. Per fare questo “ci rivolgiamo ancora una volta al potenziale e tuttora disperso elettorato socialista, perché, nei prossimi mesi, ci aiuti a rafforzarci e a rientrare nella più importante amministrazione comunale del Cremasco, orgogliosamente con le nostre forze, senza chiedere ospitalità ad altre liste o partiti”.

 

Prendere le distanze

Per i socialisti, restano prioritari gli sforzi tesi “al superamento degli squilibri sociali, delle ingiustizie economiche e delle distanze tra chi ha il posto fisso e chi, non avendo un reddito sicuro, rischia di uscire dal mercato del lavoro senza tutele e senza protezioni”. La proposta socialista si distanzierà dall'attuale “narcisismo di molti governatori e primi cittadini, dal numero sproporzionato di liste civiche e della loro ipocrita attestazione di essere estranee ai partiti, quando ne concordano il sostegno elettorale”. Il gruppo prende le distanze anche da “sistemi e prassi presidenzialiste, che hanno ridotto e squilibrato il rapporto politico- amministrativo nella gestione dei governi locali e demotivato le riunioni consiliari, svuotate di competenze, largamente assegnate alle Giunte”.

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