“La Comunità socialista cremasca, ritiene utile l’avvio di un confronto politico nella nostra zona, partendo dal rilancio dei valori della democrazia e della partecipazione attiva, ridimensionati dagli attuali assetti istituzionali dei Comuni”. In un periodo storico in cui è difficile fare previsioni per il futuro, la Comunità socialista vuole rimboccarsi le maniche in vista delle prossime elezioni amministrative del territorio cremasco: Rivolta d’Adda, Spino d’Adda, Palazzo Pignano, Pianengo, Izano, Cremosano e Campagnola Cremasca nel 2021, Credera Rubbiano e Crema nel 2022.
Rafforzare l'identità socialista
“Nei Comuni inferiori ai 15000 abitanti – spiega Virginio Venturelli - ci adopereremo per la formazione di coalizioni rappresentanti le diverse sensibilità del centrosinistra, con una spiccata condivisione degli indirizzi strategici del territorio, come preambolo delle scelte amministrative locali e prima di ogni discussione sui candidati sindaci”. A Crema, invece, “miriamo alla presentazione di una lista espressamente di area socialista, cui potremmo rinunciare solo a fronte di rilevanti novità, comunque rispettose e riconoscenti la nostra storica identità”. Per fare questo “ci rivolgiamo ancora una volta al potenziale e tuttora disperso elettorato socialista, perché, nei prossimi mesi, ci aiuti a rafforzarci e a rientrare nella più importante amministrazione comunale del Cremasco, orgogliosamente con le nostre forze, senza chiedere ospitalità ad altre liste o partiti”.
Prendere le distanze
Per i socialisti, restano prioritari gli sforzi tesi “al superamento degli squilibri sociali, delle ingiustizie economiche e delle distanze tra chi ha il posto fisso e chi, non avendo un reddito sicuro, rischia di uscire dal mercato del lavoro senza tutele e senza protezioni”. La proposta socialista si distanzierà dall'attuale “narcisismo di molti governatori e primi cittadini, dal numero sproporzionato di liste civiche e della loro ipocrita attestazione di essere estranee ai partiti, quando ne concordano il sostegno elettorale”. Il gruppo prende le distanze anche da “sistemi e prassi presidenzialiste, che hanno ridotto e squilibrato il rapporto politico- amministrativo nella gestione dei governi locali e demotivato le riunioni consiliari, svuotate di competenze, largamente assegnate alle Giunte”.