29-11-2014 ore 20:21 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema, sala Ricevimenti. La moschea, tra integrazione ed estremismi. Daniela Santanchè: “mancano i presupposti”

“La nostra posizione – ha premesso Gianmario Donida, presidente del Club Forza Silvio della città – è chiara: siamo contrari alla realizzazione di un luogo di culto islamico”. Carte scoperte sin dal primo minuto nell’incontro Islam a Crema: emigrazione o integrazione, organizzato dal Club forzista stamani in sala dei Ricevimenti.

 

No alla moschea
“Sapete tutti come la penso: io dico no, senza se e senza ma, alla realizzazione di una nuova moschea. Con tutto quello che sta succedendo bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere”. Daniela Santanchè non ha dubbi: "realizzare un luogo di culto islamico è un errore, a Crema come nel resto d’Italia. Ce ne sono già, sparsi su tutto il territorio – ha proseguito – dovremmo prima fare un censimento delle moschee esistenti”.

“Non ci sono i presupposti”
“Anzitutto - ha aggiunto l'esponente di Forza Italia - bisogna capire chi chiede la costruzione delle moschee; spesso è l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, una minoranza estremista vicina ai Fratelli Mussulmani. Come facciamo, poi, a dialogare con persone che non conoscono la reciprocità e non rispettano l’uguaglianza tra donne e uomini? Non ci sono i presupposti per la realizzazione e mi dispiace che il sindaco di Crema dia per scontato ciò che in realtà non lo è”.

 

L’uccisione degli infedeli
“La mia impressione – ha argomentato Silvana Comaroli, senatrice della Lega Nord – è che non ci sarà mai nessuna possibilità di dialogo. Nel Corano c’è scritto che ebrei e cattolici cristiani sono infedeli e come vengono puniti gli infedeli secondo l’Islam? Con l’uccisione. Di fronte a questioni come questa non c’è integrazione: io voglio sentirmi serena a casa mia, senza pensare se la persona da parte a me ha intenzione di farsi saltare in aria”.

L’integrazione
“L’integrazione – ha aggiunto Elena Centemero, deputata forzista – può nascere solo dal rispetto reciproco. Ma prima di arrivare alla realizzazione di un luogo di culto islamico c’è bisogno di un lungo percorso che implica il dialogo interreligoso tra le parti. Per questo chiedo all'amministrazione di Crema di fermarsi e non procedere con la realizzazione della moschea. In secondo luogo, bisogna attivare un tavolo di lavoro tra tutte le istituzioni religiose, in cui si decida un percorso e delle condizioni serie e condivise”.

 

Prima gli italiani
“Non abbiate paura – ha concluso Daniela Santanchè, tra gli applausi dei presenti – ad essere tacciati di razzismo e fascismo: se questo significa mettere l’Italia davanti agli italiani, credo sia un peso sopportabile”. Le ha fatto eco Simone Beretta, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale: “realizzare questa moschea significa spaccare la comunità, significa concedere diritti senza doveri. Dobbiamo convincere l'amministrazione che sta sbagliando e che i cremaschi la pensano come noi e che vogliono potersi esprimere su una questione di così grande importanza. Per questo a partire dal mese di dicembre procederemo con una raccolta firme che non si limiterà alla piazza, ma andrà casa per casa. Avviso tutti subito, questa è una battaglia che si vince solo se le firme raccolte saranno tantissime”.

La fuga in avanti
“Quella del sindaco Bonaldi è una fuga in avanti – ha commentato Antonio Agazzi, capogruppo di Servire il cittadino in Consiglio comunale – perché, ad oggi, non esiste alcun tipo di accordo tra lo Stato italiano e l’Islam e si sta procedendo verso una situazione di irreversibilità per il futuro. Il sindaco deve concludere il proprio mandato e poi ricandidarsi, dicendo chiaro e tondo quello che ha taciuto nella precedente tornata elettorale, mentendo ai cittadini, ovvero che aveva già siglato un accordo con la Comunità islamica. Stefania fermati – ha concluso Agazzi – perché in questo momento mancano tutte le condizioni”.

636