29-07-2015 ore 11:48 | Politica - Chieve
di Stefano Zaninelli

Chieve. Accoglienza, “razzismo verso gli italiani”. La Lega lancia la guerra al Prefetto: “boicottare le sue iniziative”. Il video

Alla manifestazione in piazza Roma di martedì sera non sono mancati gli interventi di alcuni esponenti politici. “In questa occasione non ‘è maggioranza né minoranza – ha introdotto Ernesto Baroni Giavazzi, ex sindaco di Chieve – il problema ci riguarda tutti da vicino. Il prefetto, scusandosi per come sta gestendo l’emergenza migranti, ha fatto come l’ex ministro Elsa Fornero quando ha pianto in televisione. Dobbiamo battere il chiodo del business: l’accoglienza frutta circa 250 mila euro l’anno, non c’è da meravigliarsi che dietro ci sia qualche istituto o agenzia immobiliare che voleva salvare il salvabile”.

 

Respingere i migranti

Molti gli esponenti della Lega nord del Cremasco accorsi in piazza a sostenere il dissenso verso l’accoglienza dei migranti. Tra la folla anche l’onorevole Guido Guidesi, secondo cui “il modo per arginare il problema è respingerli. A Chieve la proprietà dell’immobile che ospita i profughi è di una persona non del paese che fa business sulla pelle dei chievesi. Intanto il prefetto se ne frega della volontà popolare dei cittadini e dell’ amministrazione comunale che ha eletto: questo succede solo in uno Stato fascista. Inoltre, abbiamo anziani che non mettono assieme il pranzo con la cena e giovani che non trovano un posto di lavoro; il Governo ha deciso di dare la priorità agli stranieri, questo è razzismo”.

 

 

“L’imperativo è ribellarci”

Dal palco improvvisato sul sagrato della chiesa, Oscar Rizzini – che ha parlato per contro di Forza Nuova, giunti in piazza con cartelli e striscioni – ha accostato ciò che sta succedendo a Chieve con le proteste del trevigiano: “siamo di fronte ad un’invasione. Queste persone prendono circa mille euro al mese, l’imperativo è ribellarci, perché questa non è accoglienza ma business. Il nostro non è razzismo, anzi quello verso di noi è razzismo: dobbiamo difendere il nostro paese e mettere davanti a tutto gli italiani”. Ai lati della piazza, il movimento di estrema destra ha srotolato lo striscione Prima i profughi italiani e il cartello Prima gli italiani.  

 

Boicottare il prefetto

“I cittadini di Chieve hanno subìto una prepotenza – ha concluso Alberto Torazzi, consigliere comunale di Crema – il prefetto è un nostro dipendente, pagato con i soldi dello Stato. Consiglio al sindaco di contattare i sindaci del territorio ed iniziare la guerra al prefetto, boicottando costantemente tutte le sue iniziative in tutte le misure consentite dalla legge. Ribadisco che si tratta di fare guerra al prefetto, perché nessuno ci venga a dire cosa fare a casa nostra”. Intervento molto applaudito, quest’ultimo, concluso sulle note del coro finale dei Giovani Padani “chi non salta il prefetto è”.

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