29-05-2021 ore 13:00 | Politica - Crema
di Gloria Giavaldi

Crema. Guasto in piscina, il comune sapeva: 'monitoraggio costante, è tutto agli atti'

A proposito della rottura di una tubatura alla piscina comunale che ha danneggiato la sala macchine collegata alla vasca delle onde, il comune sapeva, anzi “può fornire una fitta corrispondenza che testimonia il costante monitoraggio della situazione” si legge in una nota dell'ente. “Sulla piscina – continua – ciascuno ha diritto alle proprie opinioni, ma i fatti sono facilmente ricostruibili: la corrispondenza inizia con la comunicazione del 26 ottobre 2020 di Sport management sul guasto avvenuto quel giorno, il rapporto dei vigili del fuoco del 28 ottobre sull’allagamento del locale tecnico, con apparato fotografico e schede, la nota del comune del giorno successivo nella quale si chiede una relazione peritale, quella del 9 novembre nella quale sempre il comune chiede a Sm l’attivazione dell’assicurazione, la conferma il 22 febbraio 2021, su nuovo sollecito del Comune del 18 febbraio, che Sport management ha provveduto ad aprire la pratica assicurativa e contestuale conferma, sempre da parte della società, degli interventi di manutenzione al soffitto degli spogliatoi femminili a seguito dell’asciugatura dell’impermeabilizzazione del solaio sovrastante”.

 

'Non è vero che nessuno sapeva'

Sulla questione interviene direttamente il sindaco Stefania Bonaldi: “L’amministrazione è stata immediata informata del fatto, ha chiesto tutta la documentazione, l’attivazione della procedura di denuncia del danno all'assicurazione ed ha ripetutamente sollecitato gli interventi riparatori. Perciò nulla può essere imputato all’amministrazione, non è vero che nessuno sapeva”. Sulla richiesta del consigliere de La sinistra Emanuele Coti Zelati: “va chiarito – spiega Bonaldi - che la comunicazione del 19 maggio 2021 del consigliere Coti Zelati è un'istanza che si configura quale richiesta di dati ed informazioni, disciplinata nei commi 2 e 3 dell'art. 43 del decreto legislativo 267/2000 e che prevede 30 giorni per la risposta. Al consigliere può anche non piacere, ma è inaccettabile che, dopo tanti anni di attività, non conosca la differenza fra un'interrogazione a risposta scritta (per la quale ci sono 10 giorni di tempo) ed una richiesta di accesso agli atti (che ne prevede 30), quale la sua istanza si configura. Certo, se avesse fatto accesso agli atti per la questione del tubo rotto ci saremmo risparmiati gli ennesimi titoloni sul nulla”.