29-03-2021 ore 19:45 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

M3 da san Donato a Paullo, per la politica cremasca è un'occasione da non perdere

“Fondamentale”. No, “importante ma non risolutiva”. Sufficiente? Macché, "si sarebbe potuto osare di più", Certo, si tratta di un’attesa “boccata d’ossigeno”, l’occasione che aspettavano da 50 anni “per uno sviluppo del nostro territorio” in ottica sostenibile, “colmando un gap infrastrutturale” e offrendo un’occasione “per attrarre” turisti, aziende e studenti di altri territori. Il tutto in un contesto di crescente competizione, che rende indispensabile qualificare i servizi. Tutto positivo? “No, perché potrebbe dividerci ulteriormente da Cremona”. Il consiglio comunale di Crema, con voto unanime (22 voti) ha approvato l’ordine del giorno dedicato al prolungamento della linea metropolitana M3 da san Donato a Paullo. Il costo è di 1 miliardo di euro e il progetto proposto da città metropolitana di Milano si prefigge l’obiettivo di essere candidato al Recovery fund. Un breve riassunto: al 3 ottobre 2017 risale l’incarico del un progetto di fattibilità tecnico economica per il prolungamento della stazione M3 da San Donato a Paullo. Nel 2018 è stato approvato lo schema d’accordo tra città metropolitana di Milano, Provincia di Cremona ed i comuni di Milano, san Donato milanese, Peschiera Borromeo, Pantigliate, Mediglia, Settala, Tribiano, Paullo, Zelo Buon Persico, Spino d’Adda e Crema, per l'affidamento ed il finanziamento della prima fase del progetto.

 

Una boccata d’ossigeno”

Veniamo alla discussione in consiglio comunale. Per Jacopo Bassi, del Partito democratico, “sarebbe una boccata d’ossigeno. I flussi del territorio che dal cremasco ogni giorno raggiungevano Milano, nel 2016, sono molto importanti: 18 mila in auto, 3500 in treno e 9 mila in autobus”. I benefici ambientali sarebbero notevoli, “spostando parte di questi pendolari su trasporto pubblico. La mano pubblica dimostrerebbe anche di saper intervenire e concretizzare la sostenibilità”. Proiettare il Cremasco verso il Milanese, “come già dettagliato nel Masterplan 3C, va a rinsaldare la vocazione del nostro territorio”. Il dato più importante? “l’allungamento della metro a Paullo potrebbe cambiare sensibilmente la qualità della vita dei molti pendolari del nostro territorio”.

 

Il gap e “lo sviluppo del nostro territorio”

Andrea Agazzi, Lega: l’eventuale via libera al progetto “non deve farci abbassare la guardia. Il produttivo nord, rispetto ad altre nazioni europee, soffre di un importante gap infrastrutturale”. In sostanza, è necessario che venga completato il raddoppio della Paullese, col nuovo ponte a Spino d’Adda e con la conclusione dei lavori nel tratto milanese. Nuove infrastrutture, ha sottolineato il capogruppo del Carroccio, consentirebbero di “aprire nuove vie commerciali”, portando “sviluppo”. Antonio Agazzi, Forza Italia: “Non riguarda solo i pendolari: il potenziamento dei collegamenti incrocia il tema dello sviluppo del nostro territorio. O meglio contrasta un arretramento del nostro territorio provinciale. Non dobbiamo correre il rischio di avere trasporti inefficaci e una forte concorrenza sui servizi che funzionano”.

 

Civiche: “osare di più”

Francesco Lopopolo, per i Cittadini in comune: “ordine del giorno sottoscritto da tutte le forze politiche, presenti sul territorio se non in consiglio. Gode del sostegno di tutti i cittadini, è un tema che risale a 45 anni fa. Tra gli aspetti positivi del prolungamento del capolinea da san Donato a Paullo: migliore mobilità, riducendo tempi percorrenza, anche per i potenziali studenti di altri territorio che potrebbero gravitare su Crema; riduzione dell’impatto ambientale e migliore attrattività turistica. Io avrei addirittura osato di più, arrivando a Spino d’Adda, appena dopo il ponte. E chissà, un giorno magari anche a Crema. Risolverebbe il nostro storico isolamento geografico”. Le liste civiche di maggioranza chiedono di prevedere un aumento dei collegamenti con Treviglio (“la regione dovrebbe pensare al raddoppio della linea ferroviaria) e via bus con Paullo: “alimentati a metano e in futuro a idrogeno”

 

Fondamentale, importante, ma non risolutiva

Favorevoli anche i Cinque stelle. Manuel Draghetti spera che l’ordine del giorno possa raccogliere “un vasto favore non solo tra i consiglieri cremaschi, ma in tutti i comuni dell’area cremasca”. La speranza è che “ai livelli superiori possa arrivare una voce unica, forte”, perché ritiene sia fondamentale riuscire a costruire “un trasporto pubblico più dinamico, che possa evitare quelle grandi code che tutti conosciamo e che sia migliore del trasporto pubblico della nostra città”. Emanuele Coti Zelati, per la Sinistra, si domanda “quanta forza devono avere i pendolari e quante ore di vita vengono sprecate su quella strada per arrivare e tornare da Milano, ore mangiate dal traffico. Il collegamento della metropolitana è di 13 chilometri, non credo che stravolgerà le esistenze: è importante ma non risolutiva. Tutte le ricadute previste sul nostro territorio non sono così automatiche”. La distanza tra Crema e Milano, in sostanza, “resta elevata”.

 

Dividerci ulteriormente da Cremona”

Favorevole ma con un paio di preoccupazioni Simone Beretta: “quando sarà completato il raddoppio della Paullese, la tangenzialina e la metropolitana, dobbiamo solo avere attenzione ad uno sviluppo ordinato di tutto quello che c’è tra qui e Milano. In particolare per quanto riguarda i centri commerciali”. La seconda preoccupazione, che verrà raccolta anche dal consiglio provinciale riguarda “l’avvicinamento di Crema a Milano: vorrei essere sicuro che con questa evoluzione infrastrutturale potremo mantenere l’ospedale, potremo ripristinare un tribunale, perché il rischio è di dividerci ulteriormente dal capoluogo provinciale. Un capoluogo già in difficoltà, come s’è visto con la Fiera del bovino da latte trasferita nel Bresciano, a Montichiari e con l’autostrada che potrebbe spingere i suoi interessi verso Mantova”.

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