28-02-2021 ore 20:24 | Politica - Vaiano Cremasco
di Gloria Giavaldi

Vaiano Cremasco. La forza della solidarietà: 'nodi che resistono e ponti che nascono'

“La comunità di Vaiano Cremasco può contare su nodi invisibili saldi, capaci di generare ponti e di volgere uno sguardo solidale anche all'esterno”. Questo lo spirito raccontato da Carla Pozzi, coordinatrice degli Orientagiovani dell'alto Cremasco, che ha consentito al Comune di Vaiano di non perdersi, di tenere duro nel corso dell'emergenza sanitaria. Lo hanno confermato “gli attori della solidarietà” nel corso dell'ultimo incontro organizzato da Fare Legami per far emergere le esperienze virtuose del nostro territorio, nonostante le difficoltà. “Il virus ci ha dimostrato che è importante esserci per le persone” spiega l'assessore ai servizi sociali Melissa Moroni. “Con l'avvento dell'emergenza sanitaria ho subito istituito la centrale operativa comunale”. Fondamentale si è rivelata la collaborazione con le assistenti sociali Silvia Bassi e Sonia Casiddu, il gruppo di Protezione civile e le varie associazioni del territorio. Tante le iniziative per rispondere a bisogni sempre nuovi. “Abbiamo aderito all'iniziativa Cesto solidale, una colletta alimentare presso i negozi del paese che ha consentito di raccogliere beni di prima necessità per le famiglie bisognose. Abbiamo organizzato la distribuzione al domicilio di prodotti alimentari, pasti caldi, beni per la cura della persona, oltre che di farmaci ed abbiamo organizzato anche la consegna di indumenti per le persone ricoverate”. È stato istituito un numero di emergenza sociale per “tenere al meglio monitorata la situazione”.

 

Il pronto intervento sociale

Tante sono state le richieste pervenute al servizio sociale. “Da un lato vi era l'emersione di nuovi bisogni, dall'altro situazioni di fragilità già in essere. Abbiamo dovuto ripensare strategie operative in piena emergenza: abbiamo attivato una sorta di pronto intervento sociale”. L'assistente sociale Sonia Casiddu ricorda chiaramente le richieste rivolte: “era diffusa la difficoltà di reperire generi di prima necessità, ma si è reso necessario anche ripensare gli interventi per persone con disabilità che restavano sole in casa”. È stato importante “prestare ascolto o essere accanto a famiglie già fragili ”. Un supporto è stato dato anche agli adolescenti con la distribuzione di tablet utili per “non restare indietro”. E non perdersi. “Questi strumenti – chiarisce Carla Pozzi – hanno permesso ai ragazzi di proseguire nel loro percorso formativo e di crescita, ma hanno offerto alle famiglie anche un'occasione di connessione con l'esterno”. Quanto all'emergenza occupazionale, in mancanza di offerte di lavoro “abbiamo fatto in modo di offrire alle persone occasioni di formazione per consentire loro di costruire a piccoli passi un futuro più sereno”.

 

La forza dell'unione

È stato fondamentale “non lasciarsi abbattere e riscoprire l'arte di fare insieme, di condividere”. Per il vicesindaco Giuseppe Riccardi “è stato il vero punto di forza”. Si è reso necessario superare le divisioni interne e guardare insieme nella stessa direzione,  "pianificare un'azione uniforme a livello territoriale: l'Area Omogenea in questo senso ha fatto la differenza”. Accanto al fondamentale lavoro della Protezione civile e delle associazioni. “Non eravamo preparati a questa emergenza – commenta il responsabile della Protezione civile di Vaiano Sperandio Draghetti. “Abbiamo sempre cercato di esserci dove c'era bisogno di noi. In alcune situazioni ci siamo trovati a vivere l'emergenza nell'emergenza”. In collaborazione con il Comune, la Protezione civile “è stata accanto alle persone più fragili, tanto per problematiche sanitarie, quanto per quelle socioeconomiche” per un totale nel 2020 di 400 interventi, 1062 volontari e più di 4500 ore di servizi. “Da lunedì saremo impegnati a Soncino per le vaccinazioni, ma ad oggi non siamo vaccinati”. Ci sono “aspetti da rivedere”, tuttavia, secondo il vicecoordinatore Cristina Biasutti vi è un aspetto positivo: “la pandemia ha fortificato la collaborazione con altre realtà del territorio”.

 

Le associazioni

Tra queste l'associazione Donatori del sangue “Durante l'emergenza – chiariscono Gianfranco Cazzamalli ed Elena Ghilardi - abbiamo cercato di proseguire l'attività di donazione del sangue presso l'istituto tumori di Milano, ma non abbiamo lasciato sola la nostra comunità: lavoriamo sempre a stretto contatto con il Comune”. Tanti i contributi alle realtà del territorio e l'impegno per le varie raccolte solidali: “siamo sempre disponibili”. Lo stesso spirito vive in Auser: “con lo scoppio della pandemia le attività in presenza si sono bloccate – spiega il presidente Dario Cerrato – ma abbiamo sempre cercato di fornire supporto, inizialmente solo telefonico”. Ora le attività di trasporto sociale sono riprese: “collaboriamo, nel limite del possibile, per la buona riuscita della campagna vaccinale”. Le parole escono a fatica. “La nostra è una presenza silenziosa”. Auser non si vede, ma c'è”. Vicina agli anziani anche la Fondazione Vezzoli di Romanengo. “Il virus ci ha fatto capire l'importanza del rapporto con l'esterno. Con l'avvento dell'emergenza abbiamo dovuto ricreare una rete sociale all'interno della struttura. L'assenza dei parenti ha determinato un vuoto per i nostri nonni, ma anche un'assenza di sostegno importante per noi” ammette la coordinatrice Mariagrazia Donida. Ora il rapporto con le famiglie è più forte “le contattiamo quotidianamente”. Anche la solidarietà dall'esterno si avverte: “abbiamo attivato il progetto Per il tuo dono: una piattaforma dove i nonni hanno caricato i loro desideri, sono arrivati doni da tutta Italia”.

 

La scuola e i giovani

Sul versante della scuola, Paola Orini, dirigente dell'Istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Bagnolo Cremasco, di cui Vaiano fa parte, non ha nascosto “la complessità”, da un lato, e “la forza della solidarietà” emerse in paese. “Vaiano ospita tre ordini di scuola, ha una complessità ed una ricchezza particolari”. Quanto alla riorganizzazione in tempi Covid “abbiamo strutturato le attività in microgruppi per consentire il rispetto delle distanze. Ciò ha fatto riscoprire i punti di forza di un lavoro secondo queste modalità per l'intero percorso educativo”. Quello delle cosiddette classi pollaio per la Orini è un “problema annoso, al quale bisogna trovare soluzione. Mi auguro che il Ministero tragga insegnamento dalla situazione e riconosca più risorse alla scuola”. Positivo, ma non sufficiente “l'incremento dell'organico con ben 3 insegnanti in più alla scuola dell'infanzia di Vaiano (7 nell'intero istituto comprensivo). Se questo aumento fosse stato espanso a tutti gli ordini di scuola, la nostra realtà avrebbe reagito meglio”. Tuttavia “la nostra, come altre scuole, è riuscita a far quadrare il cerchio: abbiamo messo in atto le misure richieste con molta attenzione, ma non abbiamo tolto il sorriso ai bambini . La scuola deve essere vissuta serenamente anche in questo momento”. Convinta della necessità di una rigenerazione “tanto dal basso, quanto dall'alto”, Orini ha dato spazio ad una visione di scuola inserita nella comunità: “durante l'emergenza alcuni genitori hanno raccolto fondi e creato cesti alimentari per le famiglie in difficoltà. Per me la scuola deve essere calata nella comunità in cui vive”. Proprio dalla necessità di coltivare il senso di appartenenza ad un gruppo, hanno preso vita durante l'emergenza anche le attività online dell'associazione Scout Assoraider di Vaiano: “abbiamo cercato di esserci in ogni momento” ammette Rudy Bono. “Ora siamo tornati in presenza, respiriamo felicità”. Si guarda al futuro “con speranza”, nella consapevolezza di “essere forti insieme”.

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