27-07-2019 ore 20:16 | Politica - Dal cremasco
di Andrea Galvani

Servizi sanitari, tra eccellenze e disparità di risorse. L'area omogenea ora gioca d'anticipo

La realtà in cui versa il settore è fatta di “gravi difficoltà”. Nel complesso, “il comparto sanitario” sta scontando “la penuria di personale specializzato”. E l’obiettivo la definizione di “azioni comuni a beneficio della rete dei servizi sanitari e sociosanitari del Cremasco”. I sindaci dell’area omogenea cremasca hanno ufficialmente chiesto un incontro al nuovo direttore generale dell’ospedale Maggiore di Crema, Germano Pellegata, “per riprendere un confronto ed una collaborazione attiva nell’interesse delle nostre Comunità”. Le interlocuzioni ripartiranno da un dato di fatto “certificato da Regione Lombardia”: tra il 2014 ed il 2017 “l’efficienza delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali del territorio cremasco” sono state raggiunte “con costi notevolmente inferiori rispetto alle stesse realtà limitrofe”.

 

Eccellenza riconosciuta

Come sottolineano il presidente dell’Area omogenea Aldo Casorati ed il sindaco di Crema Stefania Bonaldi, “il nostro ospedale ha raggiunto e consolidato da anni prestazioni elevate in tutti reparti, con eccellenze in alcune specialità riconosciute ed apprezzate ben al di là del nostro territorio. La graduatoria stilata dalla Regione, ha visto in questi ultimi anni l’Ospedale di Crema e la sua Dirigenza posizionarsi costantemente nei primi tre posti in Lombardia, raggiungendo anche il primo posto”.

 

Le diseguaglianze

“I servizi garantiti sul nostro territorio ricevono una compensazione, riferita ad un finanziamento storico, che assicura circa il 25% di copertura dei costi rispetto a circa il 45% delle prestazioni, rapportate alla situazione dell’intera Provincia di Cremona. La diseguaglianza maggiore si verifica nel settore psichiatrico, neuro-psichiatrico infantile e socio sanitario (Residenze sanitarie assistenziali e Residenze sanitarie per disabili)”. Non sono mancate “sollecitazioni ed incontri coi vertici dell’Ats Valpadana per programmare una riduzione graduale del gap”, eppure, “i risultati sono stati pari a zero”. Tutto ciò “confligge in maniera evidente con il principio di omogeneità di prestazioni per ogni cittadino stabilito dalla L.R.23/2015. Uno dei pilastri di questa legge risulta pertanto non attuato dopo quattro anni dall’approvazione della legge”.

 

Progetti concreti

Il territorio ha collaborato attivamente, avanzando “proposte concrete, come la messa a disposizione del Tribunale per la trasformazione in Prest, che sembrava aver incontrato l’interesse Regionale ma che purtroppo non ha mai ottenuto un euro di finanziamento”. In aggiunta è stato “predisposto un progetto con 20 posti letto disponibili presso la Fondazione Benefattori Cremaschi con funzione “polivalente ad alta rotazione” coordinato da un centro servizi che fungesse da collettore e nel contempo regolatore delle esigenze sanitarie, socio-sanitarie e sociali. Anche in questo caso il progetto è rimasto sulla carta”. Ora i sindaci giocano d'anticipo. Il mese d'agosto servirà ai nuovi amministratori del territorio per studiare i dettagli del progetto. A settembre non ci sarà tempo per aspettare i ritardatari.

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