Aggiornate dopo l'introduzione del nuovo Isee, giovedì sera in Consiglio comunale sono state illustrate le nuove tariffe, tra le quali quelle della scuola materna comunale Montessori. Il dibattito e l'eventuale approvazione è fissata per lunedì 29 giugno alle 17.30. Al posto dell'assessore all'istruzione Attilio Galmozzi, assente per motivi di lavoro, il sindaco Stefania Bonaldi ha illustrato le novità e argomentato “le considerazioni che motivano un incremento della quota di compartecipazione al costo da parte delle famiglie del Montessori, anche in ragione di evidenti, ragguardevoli difformità di intervento del Comune per ogni bimbo di Crema, a seconda che frequenti le materne statali, le paritarie o la Montessori”.
Il quadro generale
Attualmente a Crema i bambini che hanno l'età per frequentare la scuola materna, tra i 3 ed i 5 anni, sono 860; frequentano scuole statali 382 bambini, 260 residenti a Crema e 22 del circondario. Al netto di quanto viene incamerato dalle famiglie con il vecchio piano tariffario, per ciascuno dei 155 bambini iscritti alla scuola Montessori – scuola paritaria, non pubblica - il Comune spende 2.677,67 euro all'anno. Come illustrato dal sindaco col supporto di alcune slide – integrali in allegato - il Comune sostiene per ogni mese di frequenza di ciascuno dei 155 bimbi del Montessori, al netto di quanto viene incassato dalle rette, un costo di 267,7 euro.
Scuole paritarie e statali
Raffrontando il dato con le altre materne, è evidente la discrepanza. “Per i bimbi che frequentano scuole paritarie (Santa Maria, San Bernardino, Ancelle, Buon Pastore, Ombriano) il costo annuo è di 903,3 euro, dunque il costo al mese per ogni bambino sostenuto dal Comune è di 90,3 euro. Per quelli che frequentano le scuole statali, il costo annuo sostenuto dal Comune di Crema è di 589,07 euro, che al mese fa 58,9 euro per ogni bambino residente.
Piano tariffario solidale
Il sindaco ha sottolineato “la volontà, predeterminata rispetto alla introduzione dell’ISEE, di costruire un piano tariffario solidale, ovvero garantire l'accesso al servizio per chi ha un potere contributivo minore e comunque con una modalità di compartecipazione proporzionata all’indicatore ed improntata a criteri di progressività; in tal senso evidenziamo che le fasce ISEE “basse” sono tutelate; gli aumenti operati, soprattutto sulle fasce fino a 20 mila euro sono di circa 1 euro al giorno, che diviso per 8 ore di permanenza a scuola fanno circa 12 centesimi di euro all'ora”.
Scuola a 5 stelle
In una nota dell'assessore Galmozzi resa nota dal sindaco, viene sottolineato come “il livello qualitativo della scuola, di impostazione montessoriana, è molto elevato specifico e particolare; gli standard di qualità e di rapporto insegnante-bimbo sono superiori a ciò che è obbligatorio; la cucina è interna - in tutte le altre materne statali i pasti sono veicolati - ed il costo è di circa 80mila euro l'anno, spalmati sul costo generale dell’appalto di tutti i pasti di tutti i bimbi che frequentano scuole in cui c’è la mensa scolastica comunale; c’è un servizio pre-post che è salvaguardato e che vede le tariffe ridotte. Nel corso degli anni la scuola è stata interessata da lavori di adeguamento, non solo sul versante della sicurezza, segno che l'attenzione è, ed è sempre stata alta”.
I quesiti
L'amministrazione è stata chiamata a rispondere ad alcuni quesiti: “Possiamo continuare a sostenere un costo di 267 euro a bambino al mese per la scuola materna paritaria comunale? Possiamo continuare ad avere uno sbilancio sul servizio scuola materna comunale di 415 mila euro ogni anno? Possiamo continuare a fare gravare su tutta la collettività il costo di un bambino del Montessori o dobbiamo in qualche modo recuperare un tasso di compartecipazione maggiore dalle famiglie che fruiscono di questo servizio? Si tenga conto che, se la spesa mensile per ogni bimbo, al lordo delle entrate, è di 387 euro – ha sottolineato Stefania Bonaldi - questo significa che, anche con una tariffa mensile di 200 euro al mese, che corrisponde alla tariffa massima praticata, restano comunque a carico del Comune 187 euro al mese di compartecipazione, che sono il doppio di quanto corrisposto per i bimbi delle paritarie e oltre tre volte quanto corrisposto per i bimbi delle materne statali”.
Maggiore recupero dei costi
Il Comune ha agito con l'obiettivo di “operare un recupero del tasso di compartecipazione al costo del servizio da parte delle famiglie maggiore, salvaguardando le fasce deboli” per scongiurare il taglio drastico della qualità del servizio, l’esternalizzazione della mensa interna, il taglio di due insegnanti, la graduale sostituzione del corpo insegnante con personale di cooperativa. “Proprio perché queste due ipotesi sono distanti dal nostro sentire – ha concluso il sindaco - dalla nostra sensibilità culturale e politica, proprio perché noi crediamo in una città che si disegna come una comunità solidale per tutti i bambini, e proprio perché non vogliamo certo fare cassa con la Scuola Materna, la strada di un maggiore recupero dei costi sull’utenza è l’unica che ci pare percorribile e coerente con la nostra impostazione e con il nostro sentire”.