26-10-2019 ore 16:30 | Politica - Dal cremasco
di Andrea Galvani

Casale Cremasco non voterà per la Provincia di Cremona e promuove una raccolta firme

“Il sindaco e tutti i consiglieri comunali di Casale Cremasco e Vidolasco comunicano che non parteciperanno all’elezione del presidente della provincia di Cremona in programma il prossimo 23 novembre. Elezione e resasi necessaria perché la consultazione del 24 agosto scorso aveva visto vincitore un candidato poi rivelatosi ineleggibile”. Non solo: “raccoglieremo firme di sindaci e consiglieri comunali, da consegnare ai parlamentari locali perché si facciano promotori di iniziative affinché le elezioni provinciali ritornino nella piena titolarità dell’unico soggetto competente in materia dal punto di vista politico ed istituzionale: il corpo elettorale”. Firmato dal sindaco Antonio Grassi, dal vice Massimiliano Riboni e dai consiglieri Luigi Ambrosini, Ennio Bignamini, Enemesio Boschiroli, Antonio Bisleri, Plinio Costenaro, Luca Neotti, Zaverio Lucini, Ulderico Parisi, Veronica Rozza.

 

Le motivazioni

Nella seduta consiliare di venerdì 25 ottobre è emerso che “quanto è avvenuto nelle settimane scorse ci ha convinto che il nostro voto è inutile e serve solo a legittimare scelte imposte dai partiti politici con accordi nei quali è difficile intravedere una logica legata al bene comune. Scelte sulle quali non potremmo, comunque, incidere. I protagonisti di questi accordi non solo li hanno concordati e stipulati senza un minimo di confronto e partecipazione con gli elettori, ma non sono nemmeno stati in grado di verificare se uno dei due candidati proposti - appunto quello vincente - fosse eleggibile o meno. La conseguenza è stata una nuova chiamata alle urne con spreco di risorse pubbliche, perdita di credibilità delle istituzioni e inserimento dell’accaduto tra le figure barbine o, se si vuol fare i filosofi, scatologiche”.

 

Balletto di intepretazioni

“A peggiorare la situazione e a convincerci di prendere la decisione è stato il modo con il quale è stata gestita la vicenda dopo la scoperta della ineleggibilità del candidato vincente. Siamo ancora allibiti e sconcertati dal balletto di interpretazioni giuridiche, spesso contraddittorie tra loro, per scegliere le azioni da intraprendere e porre rimedio a quanto accaduto. In seguito a questi avvenimenti sono state presentate due richieste di intervento giurisdizionale: uno alla magistratura ordinaria ed uno al tribunale amministrativo regionale”.


Udienza del 12 dicembre

“Non entriamo nel merito del contenuto degli interventi richiesti. Sovviene, tuttavia, l’obbligo di evidenziare che, per il primo intervento giurisdizionale, l’udienza sarà celebrata il 12 dicembre. Ora, poiché la data dell’udienza era stata fissata prima che fosse stabilito il giorno delle nuove elezioni, ci chiediamo il motivo per il quale non si sia aspettata la sentenza del giudice per indire la nuova consultazione. Ultimo, ma non ultimo, il risultato dell’elezione viene stabilito attraverso il voto ponderato, calcolato con parametri e coefficienti previsti dall’allegato A della legge 56/2014 (la famosa legge del Rio). Cosa significa? Semplice. Non vale il principio una testa, un voto, ma quello della rappresentatività: il voto dell’elettore varia in base al numero degli abitanti del Comune che rappresenta. Più è grande il Comune, più il voto vale”.


Il peso dei voti

“Per essere chiari, nel caso specifico della elezione del presidente della Provincia di Cremona, il voto di un sindaco o di consigliere di un Comune fino 3 mila abitanti vale 34. Per quelli dei Comuni fino ai 5 mila vale 80. Per quelli fino 10 mila vale 160. Per quelli fino a 3o mila vale 250. Per quelli oltre i 30 mila (Crema e Cremona) vale 494. Se la matematica non è un opinione i nostri undici voti valgono 374, meno di quinto raccoglie un singolo consigliere di Crema o Cremona. Nella stessa situazione si trovano tutti Comuni della provincia sotto i 3 mila abitanti. E’ evidente che nella nostra realtà provinciale la capacità dei piccoli Comuni di incidere sul risultato della elezione è praticamente nulla”.


Spartizioni e riflessioni

"Non bastasse ciò, a rendere il risultato ancor più scontato contribuisce il fatto che votano solo sindaci e consiglieri comunali, i quali, al di là del mito delle liste civiche, sono quasi tutti schierati politicamente, soprattutto nei comuni maggiori, quelli che per il meccanismo sopra descritto, sono di fatto determinanti per l’elezione. Ne consegue che il risultato è in gran parte già scritto a priori e favorisce accordi tra partiti e probabilmente anche spartizioni di posti, prassi legittima, ma che non condividiamo. Confidiamo ed auspichiamo che la nostra presa di posizione sia di stimolo per un franco e costruttivo dibattito sull’argomento tra le forze politiche del territorio e tra tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’ente provincia”.

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