26-07-2020 ore 14:07 | Politica - Pianengo
di Gloria Giavaldi

Pianengo, l'abbraccio del mondo nella nuova piazza per gli eroi e le vittime del Covid19

Tutto il mondo in un abbraccio. Per l'Italia, per il Cremasco, per Pianengo. Per chi non ce l'ha fatta e per chi, con tutta la forza che restava, ha lottato per la vita. Sua e degli altri. Tutti insieme, uniti nel ricordo e nella memoria. Si è tenuta ieri sera, sabato 25 luglio, alla presenza di molte autorità civili, militari e religiose, a Pianengo l'inaugurazione della piazza dedicata alle vittime e agli eroi del Covid – 19. Da ieri, in centro al paese, una stele commemorativa celebra la paura ed il coraggio, la fragilità e la tenacia, protagonisti assoluti di una fase che ci ha fatto riscoprire la forza della solidarietà. “We stand together”. Dopo la messa celebrata da Don Angelo Pedrini, i bimbi del centro estivo hanno fatto il loro ingresso sulle note del tenore Sergio Abbondio con un cartellone colorato. Il loro messaggio è forte e chiaro: “Restiamo uniti”. Tra le altre, sventolano le bandierine del Regno Unito, Canada e Svezia, i paesi vicini a Pianengo nell'intitolazione della piazza. “ Abbiamo voluto con forza questo evento – ha detto il sindaco Ernesto Roberto Barbaglio accompagnato dal suo predecessore Ivan Cernuschi – per dare un segnale importante di ripartenza, ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare ciò che abbiamo vissuto. L'intitolazione di questo spazio sia un monito e ci aiuti a mantenere vivo il ricordo di chi non c'è più e di chi ha lottato a mani nude contro il virus. A tutti loro va il mio immenso ringraziamento”.

 

Solidarietà senza confini

C'è silenzio per qualche secondo. Poi le parole scorrono come un fiume in piena. Da ogni parte del mondo. Per l'ambasciatore di Spagna in Italia, Alfonso Dastis: “Questa tragedia ci ha colpiti duramente, ma i nostri due paesi hanno dato prova di resistenza e di solidarietà”. Di quel filo indissolubile di umanità che “ha rafforzato i legami”. Anche dalla provincia canadese di Alberta e da Stoccolma è arrivata forte la vicinanza:“Questo morbo ci ha fatto soffrire – ha detto l'ambasciatore d'Italia nel regno di Svezia Mario Cospito – ma ci ha reso diversi, più pronti alla condivisione”. Della sofferenza, prima. “Della felicità”, ora. “I medici di Cuba sono stati con voi per lottare insieme per la vita”. La voce della viceconsole di Cuba Indira Marrero trema, le emozioni sono troppe: “Grazie Pianengo, grazie Crema, grazie Italia: non vi dimenticheremo mai”.

 

La forza della comunità

La memoria ed il ricordo non conoscono confini. Ma sono intimi, nascono nel sentimento profondo che unisce una comunità. Anche la più piccola. “Dobbiamo valorizzare la dimensione collettiva del ricordo per non dimenticare il dramma che le comunità territoriali e le istituzioni hanno vissuto”. Secondo l'assessore all'autonomia e cultura Stefano Bruno Galli: “È sbagliato ragionare in termini di ripartenza, il mondo dallo scorso 20 febbraio è cambiato, dobbiamo voltare pagina”, allora ancor di più si rende necessario attribuire importanza alla memoria perché “incide sulle nostre sensibilità più profonde”. Guarda al futuro anche il Sindaco di Codogno, Francesco Passerini: “Quando ripenso ai momenti iniziali della pandemia mi viene ancora la pelle d'oca, ma abbiamo dimostrato che anche la più dura delle battaglie si può vincere. Non dobbiamo dimenticare, non possiamo dimenticare, ma dobbiamo anche ricordare che ci sono comunità che non mollano mai”. “In questa piazza stasera ci sono le 113 comunità della nostra provincia, accomunate dal dolore e dalla speranza, rappresentate da amministratori che hanno fatto squadra” ha detto il presidente della Provincia di Cremona, Mirko Signoroni. “ È la piazza del ricordo e della memoria, ma spero diventi anche quella dell'impegno. L'impegno di ascoltare i cittadini, amministrare e riformare. Insieme”. Sulla forza dell'approccio solidaristico si sono concentrati anche gli interventi del Sindaco di Crema, Stefania Bonaldi e di Aldo Casorati, in rappresentanza dell'Area omogenea: “Nella situazione d'emergenza, il nostro territorio ha saputo rispondere presente” ha detto Bonaldi. “La risposta solidaristica, piena dei messaggi evolutivi, è quella che fa resistere le comunità e sviluppare gli anticorpi. La solidarietà è stata il nostro vaccino”. Anche Casorati ha manifestato apprezzamento per gli eroi del Covid e per “l'impegno, la solidarietà ed il desiderio di non arrendersi mai”.

 

Gli eroi del Covid

Gli eroi del Covid, però, non sono altro che esseri umani. Esperti o giovani, con le loro paure, la forza di volontà, la passione per il loro lavoro. Lo hanno raccontato sul palco i dottori Ruggero Bonetti e Santina Sesti. “Sono stato catapultato in prima linea al mio primo incarico post lauream, è stato un battesimo di fuoco. Avevo paura di non essere all'altezza della situazione”. La voce del dottor Bonetti è giovane, ma coraggiosa: “Dobbiamo imparare dalla pandemia, che ha evidenziato l'importanza della sanità pubblica”. Dopo aver esortato ciascuno alla responsabilità, partecipando alle campagne vaccinali e di screening, ha invitato tutti a “non smettere di sperare, perché la speranza è una buona cosa e le buone cose non muoiono mai”. Abito lungo e colorato, Santina Sesti, in mezzo ai suoi pazienti da oltre 40 anni, si sente a casa: “Questa pandemia ha rivelato tutto l'affetto che provo per voi. Vi voglio bene”.

 

Il messaggio di Andrea Bocelli

Barbaglio e Cernuschi scendono dal palco, la serata è finita. Non prima di aver ringraziato Ettore Aschedamini, ideatore dell'iniziativa, che ha invitato tutti, soprattutto i politici presenti, a “credere nei progetti e nei valori per dare ai bambini e alle generazioni future maggiore stabilità”. Infine una sorpresa: un messaggio di Andrea Bocelli che, insieme alla “sua” Ave Maria di Schubert, suona come un inno alla speranza e alla responsabilità: “Con la pandemia il mondo ci ha dato un avvertimento, sta a noi farne tesoro, pervenendo ad una nuova concezione di cura e del pianeta. Abbiamo l'occasione per ricominciare, forti di una ritrovata fragilità, imparando ad ascoltare il mondo e la nostra coscienza”. Senza dimenticare.

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