26-06-2025 ore 15:30 | Politica - Crema
di Rebecca Ronchi

Ponte di via Cadorna. Lega: “sono ancora molte le incognite sui tempi, i costi e la viabilità"

“Siamo di fronte un progetto di fattibilità tecnica ed economica, per il quale vi è un’attendibilità comunque ancora piuttosto incerta”. I consiglieri della Lega, Andrea Bergamaschini e Silvia Guatterini manifestano i propri timori rispettano alla “variante migliorativa” del progetto per il ponte di via Cadorna, presentata in una commissione ambiente dal sindaco Bergamaschi e dall’assessore Pagliari: “un elemento che rende altamente dubbio il rispetto dei tempi annunciati e dei costi. Il rischio concreto è che la chiusura del ponte si prolunghi oltre l’estate 2026, con conseguenze importanti sulla viabilità alla ripresa scolastica e un disagio significativo per i cittadini”.
 

Piano viabilistico

Anche il piano viabilistico desta preoccupazione. Secondo i consiglieri di opposizione è necessario “attivare quanto prima un gruppo di lavoro ad hoc: è indispensabile una pianificazione accurata che tenga conto dell’aumento di traffico dovuto all’impossibilità di utilizzo del ponte e dell’impatto dei cantieri. Se non ben integrati nel disegno della viabilità, questi ultimi rischiano di causare pesanti congestioni, soprattutto in determinati periodi”. Un’ulteriore criticità evidenziata riguarda i costi dell’intervento. Nonostante il quadro economico superi i 5 milioni di euro, non risultano ancora inseriti i costi legati alle modifiche viabilistiche, né quelli relativi a mitigazioni e ristori per cittadini e attività. Ciò lascia prevedere nuove e pesanti lievitazioni dei costi a carico del bilancio comunale”.
 

Indennizzi e ristori
Sui ristori, riprendono Guatterini e Bergamaschini, “è necessario passare dalle parole ai fatti, con un’attenta valutazione di tutte le problematiche che potranno emergere e con la previsione di misure concrete a tutela di residenti e attività economiche”. Sul tema si tornerà lunedì in consiglio comunale. Verrà discussa la mozione relativa agli indennizzi e ai ristori, con la costituzione di un tavolo di crisi provvisorio, strumento ritenuto fondamentale per affrontare con serietà le ricadute dell’opera sul tessuto urbano e sociale della città.