26-06-2018 ore 16:42 | Politica - Dall'italia
di Andrea Galvani

Centri per l'impiego, la Regione modifica la legge. Dura la contestazione di Pd e M5S

Il Consiglio regionale ha votato questo pomeriggio la modifica della legge regionale sui centri per l’impiego: 47 favorevoli, 29 contrari, nessun astenuto. Attualmente il personale impiegato nei Centri per l’impiego della Lombardia supera le 750 unità: 519 sono dipendenti pubblici distribuiti in 63 sedi territoriali. La modifica alla legge non ha seguito la legge nazionale, secondo la quale si sarebbe passati “alla regionalizzazione dei lavoratori oggi in carico alle Province”.


L’antica battaglia della Lega

"Come Lega – sostiene Federico Lena - la nostra scelta va nella direzione opposta, coerentemente con quella che è una nostra antica battaglia a tutela del mantenere delle competenze delle Province, da noi sempre sostenute prima della cancellazione tentata da Delrio. Smentisco infine le voci circolate in questi giorni sulla chiusura delle sedi dei Cpi di Soresina e Casalmaggiore”.


Le voci critiche e i ricorsi

Stando a Monica Forte, consigliera regionale del M5s Lombardia, si tratta invece di “una legge raffazzonata, già pronta per i ricorsi, che finirà per far morire i centri per l’impiego. È una legge da cambiare perché trasforma la disoccupazione in un business finanziato con il denaro dei lavoratori, con la tendenza prevedibile a concentrare la ricollocazione in mano alle agenzie private e solo su lavoratori facilmente spendibili, a tutto detrimento delle categorie svantaggiate. In questo progetto di legge nulla si fa per migliorare il pubblico che si lascia sfinito al suo destino in uffici dove il personale non basta, i sistemi informatici non funzionano e un lavoratore si deve occupare in media di 150 disoccupati”.


Il sistema rischia la paralisi”

Critico anche Matteo Piloni, del Pd: “contraddice la legge nazionale è a forte rischio di impugnativa da parte del governo giallo-verde mettendo a rischio di paralisi il sistema. Indebolisce ulteriormente i centri per l’impiego”. In sostanza “i cittadini non avranno la risposta che cercano nei momenti di difficoltà lavorativa, perché i centri per l’impiego, che sono il punto di approdo per chi cerca di entrare o rientrare nel mondo del lavoro, non avranno le risorse né economiche né strumentali per espletare al meglio un compito così delicato. Abbiamo atteso invano che l’assessore rispondesse alle nostre obiezioni ma non abbiamo avuto risposte, né dalla giunta, né dal centrodestra. Questa legge è un pasticcio che si poteva evitare”.

 

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